PALERMO – All’Ars passa il Collegato bis e, tra i vari emendamenti e sub emendamenti approvati, spunta anche quello che consentirà ai comuni siciliani, se lo vorranno e a spese proprie, di aumentare i gettoni ai consiglieri comunali equiparandoli ai colleghi del resto d’Italia. Un tema di cui, specie a Palermo (dove un gettone vale 97,61 euro per un massimo di 23 al mese), si discute ormai da mesi e che ieri mattina ha portato Sala delle Lapidi addirittura a sospendere la seduta sul bilancio previsionale per il pericolo che la norma non ricevesse disco verde.
Stipendi più pesanti
Ma facciamo un passo indietro. Alla fine del 2021, il Parlamento nazionale ha previsto un aumento dei compensi per i sindaci (equiparando per esempio quelli metropolitani ai presidenti di regione) e, in modo proporzionale, consentendo a tutti i primi cittadini uno stipendio più alto anche se in modo graduale (45% in più nel 2022, 68% nel 2023 e 100% nel 2024). Un ritocco che, a cascata, ha riguardato anche vicesindaci, assessori, presidenti dei consigli comunali e consiglieri.
Aumenti, ma non per tutti
E in Sicilia? Nelle regioni a statuto speciale la norma andava recepita e l’Isola lo ha fatto con la Finanziaria 2022, specificando che la maggiore spesa sarebbe stata a carico degli enti locali. Peccato che, per un cavillo normativo, l’aumento non fosse applicabile ai consiglieri comunali e per realizzarlo era quindi necessario un intervento ad hoc. A scendere in campo è stata non solo l’Anci siciliana, ma anche i capigruppo del consiglio comunale di Palermo che ieri mattina si sono recati all’Ars per caldeggiare il disco verde al provvedimento trovando però qualche resistenza. “Un incidente istituzionale – lo ha definito Fabrizio Ferrandelli di Azione, che ha chiesto di sospendere i lavori sul bilancio a piazza Pretoria – Insieme ai colleghi di Forza Italia, del gruppo Misto, della nuova Dc e del Pd abbiamo parlato con i capigruppo dell’Ars e con la Prima commissione chiedendo ai deputati di fare la propria parte, nonostante l’incomprensibile contrarietà del Governo per un provvedimento che non comporta aumenti di spesa per la Regione e sana una sperequazione che va avanti da troppo tempo”.
Un sì trasversale
Alla fine il sub emendamento è stato presentato da tutti i capigruppo, con la sola eccezione del M5s che è stata l’unica forza politica a votare contro. “Non siamo contrari in linea di principio – ha detto Antonio De Luca – ma l’argomento non andava affrontato in Prima commissione e si sarebbe dovuta evitare la disparità con i comuni più piccoli visto che si agevolano solo le grandi città come Palermo; in quelli più piccoli infatti i consiglieri percepiranno cifre irrisorie e, se volessero aumentarle, peserebbero sulle casse dei comuni”. La norma consentirà agli enti locali che non hanno problemi di bilancio di adeguare i gettoni a spese proprie e Palermo, che sta discutendo proprio la sua manovra, potrebbe fare da apripista.