PALERMO- C’è una norma per tutto: per le sabbie e per i fanghi, per alcuni interventi nel settore e per riforma di semplificazione delle autorizzazioni riguardanti in demanio marittimo. Ci sono le “norme per il territorio” e come si sa a Palazzo dei Normanni, ogni deputato c’ha il suo, e ci sono le norme per i lavoratori : gli Asu, i precari delle Camere di commercio. Ma adesso, tutte le norme di spesa rischiano di saltare.
La comunicazione sarebbe giunta pochi minuti fa nel corso della riunione della Commissione cultura. Il governo regionale avrebbe comunicato all’Ars che non esistono ad oggi le coperture finanziarie per gli interventi di spesa previsti. E così, adesso, l’unica soluzione possibile sembra quella di un collegato senza “uscite”: con norme che non prevedano nuovi esborsi.
Intanto, sulla legge era piovuto di tutto: gli emendamenti al maxi emendamento del Collegato dei collegati sono almeno 300, oltre ai 130 aggiuntivi che si aggiungono ai i 46 articoli che sostituirebbe un disegno di legge .
Di tutto questo dopo il vaglio della commissione Bilancio potrebbe rimanere ben poco, per mancanza di coperture. Dalle proposte di norme presentate dai deputati emergono però numerosi segnali politici e qualche tema che potrebbe andare a finire dentro la prossima sessione di bilancio.
Una valanga di emendamenti che parte da febbraio
Tutta la vicenda parte da prima dell’estate e forse dall’approvazione della legge finanziaria per il 2019. Il progetto del governo allora fu quello di votare una “finanziaria snella” per rinviare tutte le norme di settore a dei collegati elaborati dalle commissioni dell’Ars. Da quel momento è stata un aggiungersi di emendamenti ad emendamenti, tutti di volta in volta rinviati selezionando solo le urgenze. Questo è accaduto con il Collegato generale, con il collegato per gli enti locali e infine per il collegato elaborato dalla commissione Cultura, quest’ultimo era già nel suo contenuto base una collezione di richieste di ogni singolo deputato. Già in quell’occasione, era luglio, il ddl venne così definito il collegato delle ‘marchette’. Arrivati in Sala d’Ercole, però è arrivata inesorabile una valanga di emendamenti aggiuntivi e così il banco è saltato. L’Ars ha chiuso con l’impegno di Gianfranco Miccichè di selezionare le norme più importanti in modo da votarle al ritorno dalle ferie. E così è stato. Il presidente dell’Ars ha scritto un maxiemendamento che è stato firmato da tutti i capogruppo di maggioranza salvo uno: Carmelo Pullara.
Un ritorno dalle ferie in salita
Nell’ultima seduta, il maxiemendamento è diventato il pomo della discordia sia nella coalizione che forma la maggioranza a sostegno del governo Musumeci e anche fra maggioranza e opposizione. La prima polemica è stata fra i capogruppo dell’opposizione Giuseppe Lupo (Pd), Francesco Cappello (M5s) e Nicola D’Agostino (Sf) contro il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. I primi uniti hanno provato a rinviare in Commissione il collegato dei collegati per affossarlo, anche alla luce delle ombre sul bilancio dovute a un nuovo disavanzo, Miccichè dopo quasi due ore di mediazione ha però comunicato una decisione non avversata: “Il collegato verrà riesaminato dalla quinta commissione ma si farà”. Sul fronte della maggioranza critico è stato Carmelo Pullara, capogruppo di Popolari e Autonomistia: “Dal testo sono sparite molte norme importanti”. Così si arriva alla giornata di oggi.
I passaggi parlamentari
La commissione Cultura è convocata ad oltranza per approvare il testo del maxi emendamento. Poi dovrà tenersi la commissione Bilancio che dovrebbe rivagliare le norme e dare copertura a quelle che saranno ritenute meritorie. Coperture che però potrebbero non esserci affatto. Il percorso, quindi, è in salita perché si deve trovare un accordo se so vuole fare presto e la coperta corta viene tirata sempre dalla maggioranza. I segnali sono chiari. Chiaramente ci sono quelli del Pd , del M5s , di Claudio Fava ed Edy Tamaio che fanno l’opposizione. E poi c’è un egual numero di emendamenti della coalizione di maggioranza che così fa prova della guerra di tutti contro tutti. Solo Carmelo Pullara e Marianna Caronia hanno presentato 18 emendamenti. Gli altri gruppi hanno fatto il loro e, infine, ci sono i 26 emendamenti del governo.
Le norme per i lavoratori socialmente utili e gli Asu
Alcuni emendamenti proposti dal gruppo dell’Udc si occupano di lavoratori socialmente utile e Asu. La norma servirebbe per favorire le stabilizzazione negli enti che usano questo personale alla luce del fatto che questi enti possono avviare le procedure grazie alla “storicizzazione dei trasferimenti della Regione fino al 2039” e che questa procedura è stata autorizzata dal Governo nazionale. Un’altra norma dovrebbe invece consentire di riaprire i termini per la fuoriuscita dal bacino degli Asu di tutti coloro che vengono stabilizzati.
Un’altra norma riguarda invece il personale della fallita Società beni culturali. Questi secondo la proposta del gruppo di Fratelli d’Italia dovrebbero essere impiegati come custodi dei siti culturali. Anche Forza Italia si è occupata di lavoratori. Un emendamento a firma di Mancuso e Lentini si occupa infatti del personale delle Camere di commercio da stabilizzare.
Contributi, fondazioni e acquisizioni di beni
I contributi non mancano mai. Così c’è una norma, proposta dal Pd, che erogherebbe 150 mila euro per l’impianto sportivo di Marineo danneggiato dopo le alluvioni dello scorso novembre, un emendamento che stanzia 20mila euro per la riserva delle saline di Priolo danneggiata dagli incendi di quest’estate mentre viene riproposta quella norma che prevede l’impiego di un milione per l’acquisizione e la progettazione dell’area dell’ex Villa Deliella per farci un museo.
Sono stati presentati emendamenti bipartisan per recuperare la norma che si occupava dell’acquisizione al patrimonio della Regione del Complesso monumentale di Santa Margherita di Sciacca. Ma c’è pure quello che ripropone la fondazione intitolata a Rosa Balistreri e la fondazione per i beni archivistici.
Non manca nemmeno lo spazio per la curiosità. Due emendamenti di Carmelo Pullara e Marianna Caronia si occupano infatti dell’utilizzo delle sabbie per combattere i processi erosivi costieri e dell’uso in agricoltura dei fanghi risultanti dalla depurazione delle acque reflue.
Infine come detto, fra i tanti emendamenti ci sono quelli del governo, degli assessori Scavone, Pierobon, Cordaro, Messina e del presidente Musumeci nella qualità di assessore ai Beni culturali ad interim. In questi casi si passa dalla riforma della autorizzazioni del demanio marittimo proposta da Cordaro, ai dissalatori dell’isola di Vulcano passando per le norme per le pro loco di Messina e l’acquisizione della Torre Ventimiglia di Montelepre di competenza di Musumeci. Insomma, negli emendamenti al maxiemendamento al momento c’è di tutto. Ma proprio in questo momento la commissione Cultura dell’Ars comincia a votare per decidere cosa lasciare.