Il Palermo e Palermo devono crederci. Questo è l’incipit di un breve racconto sulle disavventure rosanero che hanno portato all’esonero di Eugenio Corini, dopo una stagione fallimentare, con un culmine sconfortante.
Con tutto l’affetto dedicato a una bandiera, che è una persona perbene, bisogna ammetterlo: il tempo del Genio si era consumato da tempo. L’esperienza era slabbrata e consunta nelle cose, lo era nelle parole che non riuscivano più a tappare enormi falle, lo era nella percezione del tifoso medio che si sentiva preso in giro dalle giustificazioni di un declino inarrestabile.
Il City Group ha preso una decisione necessaria quanto non abituale, nell’aplomb di quella visione molto legata alla statistica, alla fredda razionalità, a una gestione minuziosamente aziendale del calcio. Tuttavia, è lecito domandarsi se la pacatezza non abbia prodotto un ritardo, dentro un meccanismo visibilmente rotto.
Comincia l’era di Michele Mignani, tecnico apprezzato e uomo appassionato del suo lavoro, con la sofferenza di una promozione mancata di un nulla a Bari da sanare. Mignani, oggi pomeriggio alla sua prima conferenza stampa, non arriva per traghettare la squadra verso la prossima stagione e vediamo, nel frattempo, come butta. Il suo mandato – ciò che è lecito attendersi – nasce dal contrario della rassegnazione, dalla speranza motivata di farcela. Il traguardo si chiama sempre serie A.
Non è vero che tutto è perduto. Ci sono ancora partite, ci sono i punti, ci saranno i verosimili playoff, c’è una battaglia sportiva da condurre, col sentimento di chi ritiene che sia tutto possibile, perché lo è. Altrimenti tanto valeva tenersi il predecessore.
A cui dedichiamo il finale. Eugenio Corini ha sbagliato molto, ma non da solo. Un fallimento è appannaggio di tutti. Forse il suo errore più grave è stato il perseguimento di una ostinazione coraggiosa. Chi lo ha criticato era nel suo legittimo giudizio. Chi lo ha offeso e continua a deriderlo sbaglia di grosso (minuscolo). Il Genio è un gentiluomo innamorato di Palermo e del Palermo. L’unico commiato che merita è il nostro più affettuoso in bocca al lupo.