Comiso, indagini | sull'aeroporto fantasma - Live Sicilia

Comiso, indagini | sull’aeroporto fantasma

L'aeroporto di Comiso, la cattedrale nel deserto del Ragusano. E la Guardia di finanza sequestra carte su carte per vederci chiaro.

COMISO- Per tutta la mattinata la Guardia di finanza ha acquisito, nella sede del comune di Comiso, delibere e atti amministrativi riguardanti la costruzione e l’inaugurazione dell’aeroporto Vincenzo Magliocco. L’opera, che sembrerebbe essere l’ennesima cattedrale nel deserto, era stata inaugurata in pompa magna nel 2007 dall’allora ministro Massimo D’Alema, il quale atterrò sulla pista con un airbus 319. Da allora è stato l’unico aereo a decollare dal piccolo scalo ibleo, fermo al palo da anni per intoppi di natura burocratica e non solo.

Proprio sui lunghi ritardi la Procura iblea, guidata da Carmelo Petralia, in collaborazione con le fiamme gialle del colonnello Francesco Fallica, ha voluto puntare i riflettori acquisendo una voluminosa documentazione negli uffici comunali. Solo intorno alle 13 la Guardia di finanza ha lasciato il palazzo comunale, dopo un’intera mattinata trascorsa al setaccio di documenti utili. Sulle indagini sia il procuratore Petralia sia il colonnello Fallica hanno preferito mantenere il più stretto riserbo, non lasciando trapelare nulla. L’unica, telegrafica, dichiarazione l’ha rilasciata Francesco Fallica, confermando l’indagine di carattere penale della procura iblea.

Non è la prima volta che le forze dell’ordine fanno visita negli uffici del palazzo municipale: all’inizio del 2012 erano stati i carabinieri a sequestrare vari documenti sul Magliocco. Sui lavori dell’aeroporto era stata anche avviata un’indagine di natura amministrativa della Corte dei Conti: troppi ritardi e un presunto danno erariale per gli investimenti effettuati. A Comiso ballano oltre 40 milioni di euro investiti dal Cipe per potenziare l’aerostazione ch, nel progetto iniziale, era destinata a diventare complementare al Vincenzo Bellini di Catania. Il nodo che impedisce l’apertura è rappresentato dal mancato accordo sulla copertura economica che lo Stato dovrebbe garantire riguardo i controllori di volo. Roba da due milioni di euro l’anno che però sta di fatto impedendo l’operatività dello scalo e i conseguenti accordi con le compagnie aeree che vorrebbero sicurezze prolungate nel tempo.

Nonostante la copertura garantita dalla Regione per i primi due anni, di 4,5 milioni di euro, la situazione è bloccata. E dal 2007 sono già passati cinque anni e l’Unione Europea, che aveva concesso 20 milioni di euro di fondi strutturali per la costruzione dell’aerostazione, è sul piede di guerra e potrebbe chiedere la restituzione della cifra investita per un’opera che nei fatti non è mai partita.

 


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