CATANIA – Piovono critiche sulla gestione del commercio. La protesta esplosa in Consiglio comunale ha evidenziato ancora una volta, il malcontento dei consiglieri di opposizione – che poi sono lo specchio del malcontento degli operatori – che da tempo puntano il dito contro la titolare delle Attività produttive, l’assessora Angela Mazzola, accusata di non avere programmi e progetti per rilanciare un settore in agonia da tempo. Per questo, nella seduta di giovedì, hanno chiesto le dimissioni. Ma la delegata del sindaco Bianco al commercio pare non sia minimamente distratta dalle proteste, quanto piuttosto intenzionata ad andare avanti.
Assessora, spesso l’accusano di non avere in mente alcuna politica per le attività produttive. E’ così?
Affermare che mancano politica e programmazione sul commercio significa essere quantomeno distratti: è sotto gli occhi di tutti la volontà dell’Amministrazione di riportare la legalità in un settore che per anni è stato, a dir poco, abbandonato a sé stesso. E se non si tratta di distrazione, una reazione così veemente potrebbe essere causata proprio dalla decisione di mettere ordine in un comparto diventato un’autentica giungla. Tutti sanno che stiamo combattendo contro gli ambulanti abusivi ma anche contro la vendita e l’affitto delle licenze da ambulante, perché accertando quante licenze non sono più operative, per esempio nel mercato di piazza Carlo Alberto, potremo concederne altre. Per esempio, su un tratto di via Teocrito sono stati individuati due stalli che, completato l’iter di revoca delle vecchie autorizzazioni, saranno subito messi a bando. Fino a oggi abbiamo eseguito 380 accertamenti su 739 stalli. Un lavoro non certo semplice, che vede impegnato personale delle Attiività produttive ma anche la Polizia municipale. Sono percorsi lunghi e impegnativi, ma sono gli unici che potranno portare finalmente maggior ordine e legalità.
Questo per quanto riguarda i mercati storici, E per quelli rionali che state facendo?
La stessa cosa. I mercati rionali un tempo si svolgevano su strade aperte al traffico con terribili disagi per i residenti. Nella zona di San Giorgio, per esempio, nonostante le fortissime resistenze, grazie al lavoro di riordino finora svolto abbiamo raggiunto un considerevole successo, passando da appena cinque operatori regolari ereditati dalle passate amministrazioni, a oltre centodieci. Insomma, bisogna convincersi che non è aggirando le regole che si possono creare nuovi posti di lavoro e che abbiamo un disperato bisogno di legalità proprio perché esiste questa crisi economica così lacerante.
E veniamo alla delibera sui dehors, presentata, ritirata e poi scomparsa. A che punto è? La città ha bisogno di ordine.
Sui Dehors davvero non so se ridere o piangere. Questo regolamento non può certo essere ad personam, tanto più che le persone di cui parliamo hanno spessissimo interessi contrastanti. Sarebbe opportuno che tutti, a cominciare da quei consiglieri che stanno caricando a testa bassa senza ragionare, comprendessero che l’applicazione delle regole potrà rappresentare lo strumento per un’evoluzione in positivo del commercio nella nostra città.
Infine via Crociferi. Il consigliere Tringale ha lanciato accuse precise in Consiglio, che non mettete le persone in condizione di lavorare. Come stanno le cose?
La vicenda di via dei Crociferi è paradossale. La domanda da farci è: il nostro centro storico può permettersi di perdere la qualifica di luogo Patrimonio dell’Umanità perché un esercente che si trova in una delle vie più belle del mondo decide che deve mettere per forza dei tavolini fuori? Se la Soprintendenza dà al Comune determinate indicazioni, un motivo dovrà pur esserci. Ma in questa città per troppo tempo l’interesse privato ha avuto la meglio su quello collettivo. E non si è ancora perduta l’abitudine di procedere in questo modo.