Commissione sui debiti arenata| Dimissioni della maggioranza - Live Sicilia

Commissione sui debiti arenata| Dimissioni della maggioranza

Giorgio Calì

Cinque consiglieri su sette si sono dimessi dalla commissione sui debiti fuori bilancio. Tuona il presidente Calì: "Metodi da Gestapo, costretti al passo indietro".

cali': "costretti a farlo"
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PALERMO – La commissione speciale sui debiti fuori bilancio affonda prima ancora di cominciare a lavorare. Stamane, infatti, alle dimissioni di Mimmo Russo e Sandro Leonardi, si sono aggiunte quelle dei tre consiglieri di Idv rimasti: il vicepresidente Gaspare Lo Nigro, Rita Vinci e Nicolò Galvano. A presentarsi alla prima seduta, convocata per le 12 di oggi, solo il presidente Giorgio Calì (che alcuni mesi fa ha lasciato la maggioranza per il Centro democratico) e Giulio Cusumano dell’Udc.

Il colpo di scena è stato costituito proprio dalle dimissioni dei tre componenti, che mettono una pietra tombale sopra una commissione al centro di furiose polemiche: la scorsa settimana, infatti, in occasione della seduta per l’elezione del presidente, la scelta, a sorpresa, era ricaduta su Calì anziché sul designato Mimmo Russo. Un esito frutto dello scrutinio segreto in cui almeno due dei quattro consiglieri Idv avrebbero votato Calì venendo meno alle indicazioni del gruppo, con tanto di polemiche in Aula, minacce di denunce alla Procura della Repubblica e di ricorsi al Tar. Oggi, invece, le dimissioni di massa che dovrebbero spingere il segretario generale a sciogliere la commissione, dando mandato al consiglio di formarne un’altra.

“In politica si vince e si perde, ma bisogna saper accettare anche la sconfitta, cosa che oggi non è accaduta – tuona Calì – evidentemente su questa vicenda ci sono interessi assai superiori, ma la domanda sorge spontanea: quali sono? Sulla mia persona, perché sono incorruttibile, o perché si vuole coprire qualcosa? Questa domanda la pongo a me stesso e a tutti. C’è stato un eccessivo accanimento nei confronti di questi quattro consiglieri di maggioranza, evidentemente il capogruppo Aurelio Scavone non riesce a gestire il suo gruppo: se due di loro mi hanno votato, vuole dire che non sono in sintonia con le sue indicazioni. E poi con metodi degni di Gestapo vengono costretti a dimettersi, dov’è la democrazia o la politica in tutta questa storia?”.

“Non c’è stata alcuna costrizione – replica la Vinci – mi sono dimessa perché non c’erano più le condizioni per continuare, ho solo seguito la linea del gruppo”. “Nessuna costrizione – ribadisce Lo Nigro – noi facciamo parte di un gruppo con cui concordiamo le azioni politiche. Le supposizioni di Calì lasciano il tempo che trovano. Io ho rimesso il mandato per rasserenare il clima, ma comunque mi piacerebbe che in questo gruppo venissero considerati tutti e non solo alcuni, con una maggiore partecipazione. Io resto col sindaco Orlando, tutti i consiglieri di maggioranza dovrebbero operare a contatto con i cittadini e fare meno filosofia del linguaggio”.

 


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