PALERMO – Mimmo Russo e Sandro Leonardi si dimettono dalla commissione speciale sui debiti fuori bilancio di Sala delle Lapidi, che rischia così di arenarsi ancor prima di partire. Questo il colpo di scena di una tribolata vicenda, cominciata ieri quando la commissione, contro ogni previsione e accordo d’Aula, ha eletto a sorpresa come presidente Giorgio Calì, al posto del designato Russo.
Un esito inatteso che ha scatenato un putiferio, con tanto di lite tra il consigliere eletto nell’Mpa e il capogruppo dell’Udc Giulio Cusumano, che ha presieduto la prima seduta che è stata anche a rischio annullamento, con tanto di lettera del presidente Totò Orlando al segretario generale per certificare che, nonostante la convocazione, nessuno si era presentato in sala Gialla. Una vicenda che è tornata d’attualità oggi e che ha tenuto impegnata Sala delle Lapidi per quasi due ore e mezza, mentre all’ordine del giorno c’era il regolamento sugli apecalesse (che probabilmente slitterà alla prossima settimana) e le linee guida del Piano regolatore generale, a cui l’Aula ha dedicato solo l’ultima ora della seduta.
Due ore e mezza di accorati interventi, botta e risposta, accuse incrociate e perfino sorprendenti dietrologie (secondo Angelo Figuccia la fuoriuscita di Calì da Idv sarebbe stata un’abile mossa per mettere le mani su una presidenza che spettava alle opposizioni) terminate, infine, con il passo indietro di Mimmo Russo. “Sia la seduta che l’elezione del presidente si sono svolte regolarmente – ha detto Russo nel suo intervento – e così accetto di buon grado il consiglio del consigliere Felice Bruscia e mi dimetto dalla commissione”. Un passo indietro a cui si è aggiunto anche quello del consigliere Idv Sandro Leonardi: “Mi sono dimesso un’ora dopo la votazione – spiega – perchè sconfessa un percorso condiviso e perché ancora una volta uno strumento utile per approfondire e correggere il fenomeno patologico dei debiti fuori bilancio è diventato purtroppo terreno di scontro, eliminando così ogni possibilità di lavoro costruttivo”.
La nuova convocazione, fissata per venerdì, dovrebbe andare deserta e tutto dovrebbe essere aggiornato a lunedì a Sala delle Lapidi, anche se la conferenza dei capigruppo dovrà anche provvedere alle surroghe di Russo e Leonardi: una procedura che potrebbe bloccare almeno per il momento i lavori della commissione speciale. Ma sta di fatto, comunque, che la vicenda è un altro brutto colpo all’immagine della maggioranza, incapace di votare compatta il presidente designato. “La verità è che non c’è una maggioranza – ha attaccato il capogruppo del Pdl, Giulio Tantillo – vi è sfuggita di mano la situazione”. Dei quattro orlandiani (Rita Vinci, Gaspare Lo Nigro, Nicolò Galvano e Sandro Leonardi), infatti, almeno due avrebbero votato differentemente da quanto indicato dal gruppo e sancito da un accordo trasversale. “E’ chiaro – polemizza Paolo Caracausi – che si tratta di una sfiducia al capogruppo Aurelio Scavone, oppure vuole dire che quest’ultimo non ha saputo fare sintesi e quindi dovrebbe dimettersi”.