PALERMO – Al comune di Palermo c’è ancora “aria di guerra”. Si è infatti tenuto ieri un incontro tra i sindacati dei dipendenti di Palazzo delle Aquile e l’amministrazione Orlando sul contratto decentrato, con le organizzazioni dei lavoratori che oggi danno fuoco alle polveri e puntano il dito contro piazza Pretoria. Motivo del contendere il mancato accordo economico che ha portato all’agitazione del personale e mette in pericolo i servizi già dal primo gennaio.
“La Cisl non firmerà un contratto decentrato in violazione alle nuove discipline contrattuali nazionali che prevedono nuovi criteri e nuove regole, sia sulla costituzione del fondo e sia sulle indennità e compensi da riconoscere ai lavoratori – dicono Pietro Chiaramonte e Paolo Basile – Sulla costituzione, infatti, abbiamo rilevato una serie di osservazioni e richiesto chiarimenti sulla mancanza di risorse che riducono la sua quantificazione di 4 milioni di euro circa rispetto al 2016 e 2017 e di conseguenza sotto il tetto finanziario massimo consentito, senza ricevere, ad oggi, nessuna risposta. Quindi una proposta penalizzante per i lavoratori perché determinerà tagli al salario accessorio del fondo per l’anno corrente e per il futuro. Abbiamo chiesto l’integrazione oraria per il personale part-time per migliorare la funzionalità dei servizi e colmare il basso reddito salariale per tanti lavoratori e loro famiglie, utilizzando le risorse detratte dal fondo e attualmente congelate (chissà per quanto tempo e forse per sempre) e comunque attraverso i piani di razionalizzazione della spesa”.
“A pagare le spese di quello che è un vero pastrocchio saranno solo i lavoratori del Comune – dicono Sanfratello della Cgil, Scaglione del Csa e Sampino e Martinez della Uil – L’amministrazione, invece di celarsi dietro un fantomatico parere negativo dei revisori dei conti che tra l’altro nessuno conosce ufficialmente, per non sbloccare le risorse fondamentali per il salario accessorio dei dipendenti, cerchi strade alternative che consentano il superamento di tale blocco. Abbiamo più volte proposto misure alternative che tutelerebbero sia le posizioni contrattuali dei lavoratori, sia i servizi resi alla cittadinanza. Invece l’amministrazione con questa intransigenza porterà la città al collasso con il blocco di fatto di molti servizi. Si ricorda che un eventuale mancato accordo economico sarebbe una frattura difficilmente sanabile nei rapporti con l’amministrazione, pertanto si cerchino altre strade, altrimenti in conseguenza di questo blocco della contrattazione, per tutelare i diritti contrattuali dei lavoratori, porteremo l’amministrazione davanti a un sicuro contenzioso. I lavoratori comunali sono stanchi dell’atteggiamento superficiale con cui l’amministrazione da ormai più di un lustro tratta le questioni del personale . In attesa di una definitiva risoluzione della vertenza, con il superamento della surreale questione ‘revisori dei conti’ che a partire già primo gennaio potrebbe causare il blocco dei servizi (impianti sportivi, cultura, polizia municipale ecc.), si proclama lo stato di agitazione di tutti i dipendenti”.