Concerto in parrocchia |con sponsor in odor di mafia - Live Sicilia

Concerto in parrocchia |con sponsor in odor di mafia

Il parroco: "Io promuovo tutto ciò che sia musica, movimento e aggregazione".

SIRACUSA – Gli investigatori vogliono vederci chiaro sul concerto neomelodico della discordia. Il parroco Carlo D’Antoni non è indagato. Ma intanto proseguono le attività di verifica che la squadra mobile di Siracusa sta completando alla guida della dirigente Rosalba Stramandino. Il presunto boss Concetto Garofalo,già condannato a 8 anni per estorsione, è stato arrestato ieri sera su disposizione della Dda di Catania, per reiterate violazioni dell’obbligo dei domiciliari. Non è passato inosservato il concerto che il cantante neomelodico Daniele De Martino ha tenuto sabato sera nel campetto della parrocchia di Bosco Minniti, a Siracusa, sul manifesto del quale, tra i nomi degli organizzatori, spiccavano quelli di Concetto Garofalo, agli arresti domiciliari, e del figlio Seby, anch’egli con condanne per estorsione. L’anomalia di un concerto neomelodico organizzato da persone agli arresti domiciliari, e all’interno di una parrocchia, aveva richiamato l’attenzione già la scorsa settimana del parlamentare piemontese Pd, Davide Mattiello, esponente nazionale di Libera e componente della commissione parlamentare Antimafia. Come raccontato da Corriere.it Mattiello venerdì ha chiamato la Prefettura di Siracusa cercando di bloccare quello che ha descritto come “un evento organizzato da due boss, in un quartiere a rischio, per ingraziarsi la benevolenza popolare”. Il concerto si è tenuto lo stesso, ma la questura aveva già avviato un’indagine. Anzi, pare sia stato proprio per agevolare le indagini che a quel punto l’autorità giudiziaria abbia ritenuto di lasciare svolgere l’evento: “Non è stato fermato perché c’erano esigenze investigative che sono state rassegnate all’autorità giudiziaria e con essa condivise”, ha spiegato la dirigente della squadra mobile della questura, Rosalba Stramandino.

Il provvedimento giudiziario che aggrava la misura restrittiva e dai domiciliari riporta in carcere Concetto Garofalo, comunque, sebbene risalti la coincidenza, non è formalmente legato all’indagine sul concerto. Certo è che la questura di Siracusa aveva tentato più volte di riportarlo nelle patrie galere. Gli era stata notificata una serie di violazioni reiterate degli obblighi: segnalato il 14 e il 18 aprile per violazione di domiciliari, arrestato il 22 agosto sempre per evasione dai domiciliari, ma anche in quella occasione era stato rimandato a casa dal tribunale aretuseo. Ieri, due giorni dopo il concerto con il suo nome sui manifesti, è intervenuta la Dda di Catania, che su disposizione del sostituto procuratore Andrea Ursino, ha chiesto un aggravamento della misura cautelare “tenuta conto una serie di violazioni reiterate”.

Ma la vicenda sta scuotendo la città anche per la figura del padrone di casa, il parroco di Bosco Minniti, padre Carlo D’Antoni. Figura riconosciuta di impegno verso gli ultimi, soprattutto i migranti, che ospita anche in parrocchia. Per questa ragione sei anni fa finì in un’indagine sul traffico di falsi permessi di soggiorno e fu arrestato. Tre anni dopo fu prosciolto dal gip Michele Consiglio. Gli accertamenti degli investigatori nei suoi confronti, adesso, si sono quasi conclusi e non si esclude che possa essere anch’egli tra gli indagati. L’attività di verifica degli investigatori sarà presto nelle mani della magistratura che farà le sue valutazioni.

Lo scopriamo sorpreso tanto dall’indagine quanto dalle ragioni: “Io ho dato autorizzazione a quel concerto – dice – come la do a tutti. Non so se quello è mafioso e l’altro è santo. Io promuovo tutto ciò che sia musica, movimento e aggregazione in questo triste quartiere. Non chiedo il certificato antimafia. Mi interessa soltanto che abbiano tutti i permessi (Siae ecc.)”. Anche sul fronte permessi e strumentazioni sta indagando la questura di Siracusa. “Non so se i testi di queste canzoni inneggino alla mafia – ha concluso padre Carlo – non ero presente la sera del concerto. Non mi piace quel genere di musica”.

*Aggiornamento delle 19.10

“Padre Carlo D’Antoni ha sempre agito con trasparenza. Nelle sue azioni c’è sempre stata l’accoglienza nei confronti dell’altro: anzi in questi anni proprio la parrocchia di Bosco Minniti è stata riconosciuta a livello nazionale come simbolo di accoglienza nei confronti degli ultimi”. Lo scrive in una nota l’arcidiocesi di Siracusa. “Padre Carlo – continua la nota – ha sempre combattuto la mafia e gli atteggiamenti mafiosi, sostenuto dalla Chiesa di Siracusa, ma l’accogliere l’altro implica degli inevitabili rischi. Ma non può essere messa in dubbio l’integrità del parroco della chiesa di Maria Madre della Chiesa e del suo agire”.

“Se avessi saputo prima quello che di cui sono venuto a conoscenza adesso avrei risposto di no – aggiunge padre Carlo D’Antoni -. La parrocchia con i mafiosetti locali non ha nulla a che vedere. Ma qui vengono tutti, trovano accoglienza e non è mai successo nulla. Sono tranquillo, solo rattristato perché mi sembra che la parrocchia sia stata strumentalizzata”.


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