Giuseppe Liga non sarebbe stato uno qualunque, ma il capo del clan di Tommaso Natale, erede di Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Per questo, per la posizione apicale in Cosa nostra, per 7 diversi casi di estorsione e fittizia intestazione di beni, l'”architetto” deve essere condannato a 27 anni di carcere. E’ questa la richiesta formulata, al termine della requisitoria, dai pm Francesco Del Bene e Annamaria Picozzi.
Quattro anni e cinque mesi ciascuno sono stati invece sollecitati per Amedeo Sorvillo e Agostino Carollo imputati di intestazione fittizia di beni: sarebbero stati prestanomi del boss vero proprietario della Euteco s.r.l., ditta della quale risultavano i due formalmente soci. Il processo è stato aggiornato al 2 maggio prossimo per le arringhe dei difensori.