Condannato a tre anni |tenta "invano" di farsi arrestare - Live Sicilia

Condannato a tre anni |tenta “invano” di farsi arrestare

La paradossale vicenda di P.P., condannato a tre anni aver fatto da prestanome agevolando Cosa nostra, che bussa al carcere per farsi arrestare. Senza riuscirci
Cassazione lumaca
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Ce l’ha fatta. P.P., 40 anni, è riuscito a farsi arrestare. Finalmente, aggiungiamo.

La kafkiana vicenda ha per protagonista un imputato condannato a tre anni per intestazione fittizia dei beni con l’aggravante di avere agevolato Cosa nostra. Risultava ufficialmente proprietario di un terreno che in verità apparteneva ad un mafioso del clan di San Lorenzo. Un reato grave.

Di lui diamo solo le iniziali per tutelare i suoi due figli, entrambi minorenni, protagonisti, loro malgrado, della vicenda. Che riassumiamo così: la Cassazione la settimana scorsa ha emesso il verdetto definitivo. Solo che la comunicazione dell’applicazione della sentenza ci ha messo un mese per giungere dalla Capitale all’ufficio esecuzione della procura di Palermo. Via posta ordinaria.

Nel frattempo, l’uomo ha tentato di bussare alla porta del carcere di Marsala. Domanda: “Dovete arrestarmi”. Risposta: “A noi non risulta”. Fino alla settimana scorsa, quando è arrivato l’ordine di carcerazione che in Procura, loro sì solerti, hanno eseguito subito. E P.P. ha fatto il suo ingresso in carcere.

Era ora, avrà pensato. Anche perché l’attesa è stata drammatica. Più che per lui, che il reato lo ha commesso, per i suoi figli. Ogni giorno a spiegargli che papà si sarebbe allontanato per tre anni. E che la prossima volta lo avrebbero incontrato nella sala colloqui di un carcere.


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