E’ stato rinchiuso nel carcere Ucciardone con l’accusa di omicidio, Giovanni Cuttitta, 42 anni, accusato di avere accoltellato a morte Jaime Salvador Tagliavia, attore porno gay di 35 anni, in un appartamento a Palermo. A Cuttita i carabinieri hanno notificato un provvedimento di fermo su disposizione del procuratore aggiunto Ignazio De Francisci e del sostituto procuratore Dario Scaletta. Cuttitta e Tagliavia furono trovati tre giorni fa da un vigile del fuoco all’interno di un’abitazione nel quartiere Guadagna; Tagliavia era morto, Cuttitta invece aveva una corda al collo, con sintomi da soffocamento. L’uomo, trasferito in ospedale a Corleone, è stato interrogato ieri dai carabinieri ma il suo racconto non ha convinto gli inquirenti che hanno emesso nei suoi confronti un provvedimento di fermo, con l’accusa di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione.
Tagliavia e Cuttitta avevano una relazione sentimentale molto contrastata negli ultimi mesi. Gli investigatori sono ancora alla ricerca della conferma della notizia che Cuttitta avesse partecipato, come regista, assieme alla vittima, ad alcuni film porno. Una delle pellicole in cui Tagliavia aveva partecipato come protagonista, nei panni di un monaco, era stata girata nel castello di Mussomeli (Caltanissetta) all’insaputa dei custodi. La scoperta del video ”a luci rosse” aveva suscitato le reazioni degli abitanti del paese e una denuncia nei confronti dell’attore.
Giovanni Cuttitta aveva confessato di aver uscciso Jaime Salvador Tagliavia. In passato, quando era ancora minorenne, ha ucciso il padre per cui ha scontato 8 anni di carcere, ma questa volta, sosteneva, si trattava di legittima difesa. Secondo la ricostruzione resa al pm della procura di Palermo, Dario Scaletta, Cuttitta ha confermato che la loro storia d’amore con Tagliavia stava per finire. Quella di via Gentili è stato l’ultimo atto. Tagliavia, infatti, “voleva alcuni chiarimenti – ha detto Cuttitta – poi abbiamo cominciato a scambiarci effusioni in camera da letto. All’improvviso lui ha preso una corda e ha cercato di strozzarmi. Nel cassetto della mia camera avevo un coltello e l’ho usato per difendermi”.
Ma la versione offerta da Cuttitta non ha convinto gli inquirenti e sono scattate le manette.