CATANIA – Non c’è fretta. È l’adagio che arriva da più parti del Consiglio comunale di Catania. Il tema è quello che si trascina dall’indomani delle elezioni regionali del 25 settembre: chi sarà il nuovo presidente del Consiglio dopo il trasloco di Giuseppe Castiglione da Palazzo degli Elefanti a Palazzo dei Normanni? Lui, Castiglione, le dimissioni le ha rassegnate soltanto nove giorni fa. E, prima di lasciare il suo incarico, ha convocato due sedute del senato cittadino: oggi e domani l’aula sarà chiamata a votare il documento unico di programmazione 2022/2024, necessario per l’approvazione del bilancio di previsione.
Le prossime sedute saranno presiedute da Salvo Giuffrida, vicepresidente vicario. Poi sembra che passerà ancora qualche giorno di quiete, prima che il Consiglio sia chiamato a riunirsi per scegliere il nuovo presidente. Lo scenario rimane inalterato: l’unico candidato certo è Sebastiano Anastasi, capogruppo di Grande Catania (stesso gruppo di Castiglione), già presidente della commissione Servizi sociali, apprezzato per le sue doti di tessitore di buoni rapporti e accordi d’aula da una parte all’altra della barricata che separa maggioranza e opposizione.
Un nome la cui elezione avrebbe dovuto essere “automatica”, secondo molti, ma che si è scontrato con il veto dei pogliesiani di palazzo: come sulla vicepresidenza di Salvo Giuffrida è stata data battaglia, dicevano, così non ci si può aspettare che l’elezione di un autonomista sia un fatto scontato. Col passare delle settimane, e ormai dei mesi, i toni si sono facilmente stemperati. E quello che prima sembrava un niet nettissimo, che poteva addirittura preannunciare una candidatura di Luca Sangiorgio, capogruppo dei fedelissimi dell’ex sindaco, adesso assume i contorni più sfumati di una discussione da fare nel perimetro della maggioranza.
Mentre l’opposizione, che non appare intenzionata a lanciare qualcuno nella contesa, rimarrà a guardare, senza nascondere le simpatie che Anastasi raccoglie da tempo. Così, con lo sguardo che da Catania fluttua spesso sui fatti di Palermo e su quelli di Roma, i consiglieri comunali tornano in aula a partire da questa sera. Ma perché si torni a discutere di politica di palazzo ci vorrà ancora un po’ di tempo.
