Consiglio Superiore di Sanità | Cardinale vicepresidente - Live Sicilia

Consiglio Superiore di Sanità | Cardinale vicepresidente

L'ex sottosegretario dal 2 al 4 ottobre presiederà a Palermo il 50° Congresso Nazionale Sism - Società Italiana di Storia della Medicina.

PALERMO – Doppio motivo di orgoglio per Adelfio Elio Cardinale, ex sottosegretario di Stato alla Salute, che il 16 settembre è stato eletto vicepresidente del Consiglio Superiore di Sanità e che presiederà il 50° Congresso Nazionale Sism – Società Italiana di Storia della Medicina -, a Palermo dal 2 al 4 ottobre. L’evento, rivolto a medici, storici, filosofi della scienza e cultori, si svolgerà nelle sale del Circolo degli Ufficiali del Palazzo dei Normanni.

Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Palermo, Direttore Scientifico del Policlinico Universitario di Palermo, Direttore dell’Istituto di Radiologia “Pietro Cignolini” dell’Università di Palermo, queste sono solo alcune delle cariche che ha ricoperto Adelfio Elio Cardinale nella sua lunga carriera. Al Consiglio Superiore di Sanità – l’organo consultivo tecnico-consultivo del Ministero della Salute italiano istituito nel 1847 – la Sicilia può vantare la presenza di tre membri. Oltre a Cardinale, infatti, ne fanno parte anche il dottor Giuseppe Segreto, medico di medicina generale di Sciacca e il professor Placido Bramanti, Ordinario dell’Università di Messina e Direttore Scientifico dell’IRCCS di Diritto pubblico Centro Neurolesi Bonino PULEJO di Messina.

Medicina, bioetica, medical humanities tra passato, presente e futuro, questi gli argomenti chiave del 50° congresso, che per la prima volta si svolgerà in Sicilia. “Non è un caso che il congresso sia stato assegnato a Palermo – con queste parole commenta il Presidente- non solo per le bellezze turistiche, in Sicilia c’è un’antica tradizione che riteniamo sia un attestato all’arte biomedica della regione“.

Il congresso, intitolato “Non v’è futuro senza memoria”, sarà articolato secondo varie macro aree come, ad esempio, l’importanza delle medical humanities, il tema della divulgazione scientifica, la connessione tra medicina e bioetica. Parecchi gli spunti di riflessione da ricavare dalla medicina antica, lontana dal progresso attuale, ma non per questo meno importante. Modelli tradizionali da ricomprendere e plasmare sulla base delle moderne tecnologie,dunque, senza escludere le più antiche pratiche naturali.

Cardinale mira a alla coesione tra medicina umana ed evoluzione: “indispensabile mettere l’uomo al centro della medicina e non la malattia- sostiene l’ex preside- la medicina è l’unica scienza che ha un soggetto per oggetto. Bisogna ricostruire l’empatia tra medico e paziente, affinché quest’ultimo non si senta, e allo stesso tempo, non venga considerato solo un numero.” Bilanciare il lato tecnologico con quello antropologico e porre il malato al centro dell’attenzione, questo uno dei valori che, secondo Cardinale, la medicina dovrebbe ricucire. “Il malato non è un numero. Lui e suoi familiari covano rancore verso il medico” continua il docente “sempre più spesso si assiste a litigi che finiscono nelle aule di tribunale, proprio per questa mancanza di fiducia. Basti pensare ai dati Istat che stimano a 13 miliardi di euro all’anno la spesa della medicina difensiva”. Con queste parole Cardinale intende sottolineare l’aumento dell’attenzione su errori e incidenti che possono verificarsi nei trattamenti sanitari. Un fenomeno, questo, causato probabilmente da un doppio fattore che vede, da un lato, la divulgazione dei mass media, e dall’altro, una corrente giurisprudenziale che mira a incrementare il risarcimento dei danni.

Infine, tra i macro temi verrà dedicata una sessione alla medicina in Sicilia, regione ospitante. Orgoglio siciliano, ma non solo. A chi si domanda cosa si sente di consigliare Cardinale ai neomedici che non riceveranno le borse regionali e che, di conseguenza, saranno costretti ad andare via il professore risponde: “devono andare dove trovano posto, la fuga dei cervelli è uno dei grandi limiti della Sicilia e dell’Italia in generale” – una nota di rammarico nelle parole del professore – “Stiamo pensando poco al domani dei nostri giovani, e questo è un dato confermato dagli scarsi stanziamenti”.


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