TAORMINA. Non sono mancati i momenti di tensione, ieri sera, nel corso dell’incontro svoltosi nel palazzo di città di Taormina, per definire le fasi preliminari della nascita del libero consorzio dello Ionio, dell’Etna e dell’Alcantara. Ben 43 i sindaci che si sono confrontati nell’aula consiliare della perla dello ionio, dando voce rispettivamente al proprio territorio. Nelle scorse settimane erano già sorti malintesi tra il sindaco di Taormina Eligio Giardina e quello di Giarre Roberto Bonaccorsi sulla futura sede naturale del consorzio, contesa a distanza dai due comuni.
Taormina per la sua indubbia attrattività turistica, Giarre perché rappresentativa del maggior numero di abitanti. Uno scontro che ieri, nonostante i tentativi iniziali di stemperare la polemica, è emerso inequivocabilmente subito dopo l’intervento del primo cittadino giarrese. Bonaccorsi, pur condividendo l’idea di muovere i primi passi verso la nascita del libero consorzio, espressa dai sindaci di Taormina e Riposto, ha prospettato le difficoltà attuali. Oltre alle incertezze del quadro normativo e i tempi stretti per l’approvazione, in teoria il 31 dicembre, il sindaco di Giarre ha sollevato anche le questioni riguardanti il futuro degli enti e degli organismi provinciali, non ancora chiaro. Un intervento che il primo cittadino di Taormina non ha apprezzato.
“Se Giarre pensa che il quadro è così catastrofico – ha detto con toni accesi Eligio Giardina – può anche non prendere parte a questo libero consorzio”. I toni sono stati poi stemperati dagli altri sindaci, ognuno dei quali ha espresso ambizioni, speranze e perplessità. Anche il primo cittadino di Bronte Pino Firrarello dopo aver sottolineato le potenzialità del territorio, che abbraccia due grandi attrazioni come l’Etna e Taormina, si è detto estremamente perplesso in merito alle capacità del governo regionale di legiferare nei tempi previsti.
“Nei fatti le provincie non sono ancora state abolite e dei commissari si sono sostituiti alla democrazia – ha detto Pino Firrarello, non risparmiando bordate al presidente della Regione – Dopo quell’annuncio in pompa magna da parte di Crocetta in televisione, è uscito un provvedimento monco. La data del 31 dicembre, poi, rappresenta una delle tante fantasie del governo regionale. Se è vero, inoltre, che la norma imporrà consorzi con 150 mila abitanti, finiremo con l’avere venti consorzi al posto di nove province. Stasera di conseguenza – ha concluso il sindaco di Bronte – possiamo solo manifestare l’interesse di stare insieme”. Le stesse perplessità sono state manifestate anche dal senatore Pippo Pagano, intervenuto alla riunione.
Ha auspicato un clima di maggior cooperazione il primo cittadino di Piedimonte Etneo. “E’ giusto che in questa fase ognuno di noi esprima potenzialità e criticità – ha detto Ignazio Puglisi – Ma prima di pensare alla presidenza o alla sede degli uffici, dobbiamo verificare che sussistano le condizioni per stare insieme. Dobbiamo mostrare la giusta serenità in questa fase, consapevoli che quello a cui stiamo lavorando rappresenta una straordinaria opportunità per il nostro territorio”.
L’incontro si è concluso con la costituzione di un direttivo composto da tredici sindaci. Sette in rappresentanza dei comuni del catanese: Giarre, Riposto, Randazzo, Linguaglossa, Bronte, Fiumefreddo di Sicilia e Piedimonte Etneo, e sei del messinese, Taormina, Graniti, Furci Siculo, Santa Teresa Riva, Castelmola e Francavilla di Sicilia. Il tavolo tecnico così composto stilerà una prima dichiarazione di intenti per la nascita del libero consorzio, dalla quale si inizierà poi a sviluppare l’ambizioso progetto.