PALERMO – “La separazione delle carriere non aggiunge nulla e non è di nessuna utilità per migliorare il servizio giustizia. E lo dimostra anche un dato: che già oggi il passaggio da una carriera all’altra, da un profilo funzionale a un altro avviene radiosamente, e può avvenire una sola volta. Quindi, non è quello il tema”.
Sono le dichiarazioni del leader del M5s Giuseppe Conte Palermo a margine della campagna elettorale per sostenere i candidati pentastellati alle elezioni europee.
“Se vogliono migliorare il sistema giustizia – ha proseguito – devono, coscienziosamente, investire in modo serio, come abbiamo già iniziato a fare noi, per quanto riguarda il numero dei magistrati, personale ausiliario, le dotazioni informatiche e tutti i servizi annessi e connessi. Questo è l’obiettivo primario. La separazione delle carriere, non serve a nulla, per esempio quando dicono per contrastare la deriva correntista. Cosa c’entra?”.
“Ad un passo dalla guerra mondiale”
“Mi chiedo come sia possibile che passo dopo passo ci hanno trascinato sull’orlo di una guerra mondiale – ha aggiunto Conte -. Io sono preoccupatissimo perché non mi rassegnerò mai ad un’Italia e ad un’Europa trascinata in guerra. Dico no ad un conflitto armato dagli esiti imprevedibili”.
“Non mi sento rappresentato dal governo”
“Io, non mi sento rappresentato da questo governo, da questo presidente del consiglio dei ministri. Giorgia, una del popolo, una di voi?”, ha chiesto il leader del M5s a chi ha seguito il suo intervento a Villa Filippina.
“Ma come puoi voltare le spalle al Sud in modo spudorato. L’autonomia differenziata – ha aggiunto – ammazzerà il Sud, avremo venti staterelli, e chi è indietro rimarrà indietro. Hanno tagliato i fondi per il lavoro, per il Sud dal fondo sviluppo e coesione per metterli in questa follia che è il ponte di Salvini”.
“E poi, il taglio dei tagli sul patto di stabilità. E non hanno battuto ciglio, non hanno nemmeno combattuto. Si parla di un taglio di circa 13 miliardi l’anno. Dove li taglieranno?, si chiede Giuseppe Conte – Sicuramente non toccheranno gli investimenti militari, ma sanità, lavoro e sociale”, ha concluso l’ex premier.