RIMINI – Urla e fischi per il ministro Anna Maria Cancellieri. Oggi al Palazzetto dello Sport di Rimini si è svolta la Giornata della Legalità a cui ha preso parte il ministro dell’Interno. Alcuni attivisti del collettivo Paz hanno l’hanno contestata proprio mentre rispondeva ad una domanda sugli scontri avvenuti nei giorni scorsi.
La Cancellieri infatti stava illustrando i provvedimenti che saranno adottati dal governo per rimediare a quanto avvenuto a Roma durante lo sciopero europeo del 14 Novembre scorso, quando dalle ultime file del palazzetto è stato esposto lo striscione “Stop violenze Polizia, identificativi sulle divise”, mentre alcuni giovani hanno iniziato a gridare: “Stop violenza polizia”.
Il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi è salito sui gradoni per cercare di ripristinare la calma e far continuare permettendo così la protrazione della protesta in toni civili. Il ministro Cancellieri afferma che “la democrazia chiede pacatezza e confronto: siamo pronti a tutti i confronti, ma in maniera pacata non squadrista”. E ancora: “C’è la libertà di esprimere tutto – continua la Cancellieri riferendosi alle contestazioni – ma nella cornice della legalità ”
Nel frattempo la procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati un poliziotto ritenuto colpevole di alcuni eccessi durante lo sciopero europeo del 14 novembre. Il poliziotto avrebbe colpito al volto uno studente che manifestava sul Lungotevere, a Roma. L’agente sarebbe stato stato ritratto in video e foto mentre colpiva con un manganello il volto di un manifestanti caduto a terra, e così sarebbe stato identificato.
Ma anche un secondo poliziotto sarebbe stato ascoltato sugli incidenti dello sciopero a Roma, anche lui ritratto in una sequenza fotografica nell’atto di colpire alle spalle un manifestante isolato che camminava. Intanto proseguono le indagini della Procura per fare chiarezza sul lancio di fumogeni dalle finestre del ministero della Giustizia di via Arenula. Sull’episodio, ripreso in un video da “Repubblica”, è stata avviata una perizia dai carabinieri del Racis. Dai primi accertamenti, però, il lacrimogeno esploso sarebbe stato lanciato non dal ministero, ma da Ponte Garibaldi e sarebbe solo rimbalzato “sulla cornice” di una finestra”.