Contestazione al Premio Vittorini: tensioni con Granata - Live Sicilia

Contestazione al Premio Vittorini: tensioni con l’assessore Granata

Le scuse dell'amministrazione comunale. (Foto Siracusa News)

Si apre con una contestazione il Premio nazionale Elio Vittorini a Siracusa. Stamane primo evento nello spazio antistante la casa natale dello scrittore, in via Vittorio Veneto, con la scopertura di una lapide commemorativa fatta restaurare dall’ assessore Fabio Granata a proprie spese per questa 21esima edizione del Premio. Durante la cerimonia qualche momento di tensione per le proteste di un cittadino che ha interrotto l’evento.

L’amministrazione comunale si scusa per la reazione dell’assessore alla Cultura, Fabio Granata, che ha affrontato il contestatore. Sotto la lapide restaurata era stata posta anche una ghirlanda di fiori che è stata rubata poco dopo la fine della cerimonia. “La contestazione – spiega il sindaco Italia – forse nasce da un fraintendimento. Eravamo lì non per rivendicare un importante intervento di recupero, che non c’è stato, ma semplicemente per dare il via al Premio da un luogo simbolico e davanti a una lapide restaurata per l’occasione dopo tanti anni”.

“Poi la risposta alla contestazione ha toccato un eccesso che andava evitato e per questo, come primo cittadino, mi assumo la mia responsabilità. Mi sono subito scusato dell’accaduto con i presenti alla cerimonia, con la persona intemperante e lo faccio con tutti i cittadini”. “Per storia politica e personale – afferma l’assessore Granata – so bene che il mio dovere è di rappresentare l’istituzione e il suo decoro, e dunque mi scuso con tutti, anche con quel cittadino, per il mio comportamento. Però va anche detto che la prevaricazione con la quale si cercava, in un’occasione di festa, di impedire lo svolgimento della cerimonia e agli altri di vivere quel momento non può passare in secondo piano e doveva essere interrotta. Io l’ho fatto, certamente con metodi non adeguati e me ne scuso. Le contestazioni verso le istituzioni sono sempre accettabili ma non devono degenerare nella prepotenza


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