PALERMO – Si è discussa in Corte d’Appello a Palermo l’istanza di revoca della condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa inflitta all’ex numero 2 del Sisde, Bruno Contrada. L’avvocato Stefano Giordano, che difende l’imputato, ha chiesto ai giudici di annullare quella sentenza in virtù della decisione della Corte europea dei diritti dell’Uomo che, ad aprile dell’anno scorso, aveva stabilito che l’ex poliziotto non avrebbe dovuto essere condannato: il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, negli anni in cui venne contestato all’imputato, infatti, non sarebbe stato codificato in maniera sufficientemente chiara, secondo i giudici della Corte europea. La corte si è riservata.
“Lotterò per avere giustizia finché avrò fiato, non mollo – ha detto Contrada, oggi in tribunale -. Non mollerò mai. Non posso permettere che io muoia e lasciare ai miei figli e ai miei nipoti un nome infangato”. La difesa ha anche inviato una lettera al Comitato dei ministri del consiglio d’Europa “affinché – spiega Giordano – vigilino sull’applicazione della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo”.