PALERMO – Per il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, l’impugnativa del commissario dello Stato delle norme in finanziaria sulle coppie di fatto “è ideologica, conservatrice, discriminatoria e incoerente rispetto alla direttive europee”. “Stiamo valutando di appellarci alla Consulta e alla Corte di giustizia europea”, aggiunge Crocetta nel suo commento a caldo. “Per Crocetta “estendere i benefici previsti a favore delle famiglie tradizionali, anche alle coppie fatto, è una norma quadro che non cambia la finanziaria. L’art 3 della Costituzione afferma che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva uguaglianza dei soggetti.
Ci colpisce in modo particolare la negazione dei diritti in materia sanitaria alle coppie di fatto poiché, tali affermazioni, sono in contrasto con il diritto inviolabile alla salute di ogni cittadino e di qualsiasi persona che si trovi persino a transitare sul territorio nazionale”. “Nell’impugnativa del Commissario, le coppie di fatto sono trattate come soggetti alieni, irriconoscibili – prosegue il governatore della Sicilia – mentre sono persone in carne e ossa, con gli stessi diritti degli altri. Tutto ciò è in pieno contrasto non solo con lo spirito della Costituzione, ma anche con alcune recenti sentenze della Corte costituzionale e con le direttive europee, e fa subire alla Regione siciliana un’ingiustificabile disparità di trattamento rispetto all’Emilia Romagna che con l’articolo 42 della legge finanziaria del 2009 attribuisce gli stessi diritti riconosciuti alle famiglie tradizionali, alle coppie di fatto. Non rinunciamo a tale battaglia di civiltà e proporremo una nuova legge specifica”.
Poi il presidente, allarga lo sguardo all’impugnativa nel suo complesso: “Nonostante la pesante scure del commissario dello Stato sul 70% della manovra, la finanziaria regge nelle cose che ci interessano, penso al taglio del numero di società partecipate e alla riforma dei consorzi di bonifica”. Crocetta parla di “risposte parziali” sui precari”. E va oltre sulla decisione di Aronica che: “riduce l’intervento a una manovra depressiva sul piano economico, che impedisce alla Regione di mettere in campo le azioni di sviluppo e di solidarietà nei confronti dei giovani e degli svantaggiati”. Il presidente annuncia l’intenzione di “aprire una vertenza col governo Letta per varare leggi che consentano alla Sicilia di uscire dall’abisso in cui è stata trascinata in questi anni”.
La critica del governatore è pesante. Crocetta parla di “crudeltà sociale” da parte del commissario dello Stato, Carmelo Aronica, riferendosi ad alcune norme della finanziaria regionale bocciate dal prefetto. Tra le 33 norme ‘cassate’ ci sono il fondo per i disabili, l’accesso abitativo per le famiglie disagiate, il salario di solidarietà con un assegno previsto di 400 euro al mese per un anno, le agevolazioni per le giovani coppie per l’acquisto della prima casa.
(Fonte ANSA)