PALERMO- Ma che impatto hanno le regole, sacrosante, per contenere il contagio del Coronavirus nella faticosa battaglia di tutti, se, accanto a luoghi in cui vengono rispettate, ci sono zone franche? La scuola, che fa le cose per bene, comincia a interrogarsi sul punto. Qualche giorno fa, la professoressa Daniela Crimi, preside, a Palermo, del liceo linguistico di via Cassarà, ha scritto un post eloquente, azzeccato e ironico. Ecco l’incipit: “Il Covid sembra essere soltanto a scuola. Nei battesimi, matrimoni, feste, autobus, sagre…”. Raggiunta al telefono la prof incalza: “Sì, gli istituti sono il luogo più controllato. Poi i ragazzi si spostano sui mezzi pubblici stipati. Vedo continuamente, sui social, immagini di ricevimenti con tantissime persone senza mascherina. Insomma, forse ci vorrebbe un maggiore senso di responsabilità”.
E c’è un’altra questione. “Abbiamo studenti pendolari – dice la preside – che vengono dalla provincia, magari da zone in cui sono state prese delle decisioni, come la chiusura delle scuole, per evitare ulteriori casi. Nessuna discriminazione, secondo le lamentele assurde di qualcuno, solo coerenza. Molti genitori, coscienziosamente, hanno chiesto l’attivazione della didattica a distanza. Però, insisto, appena fuori dal cancello ci sono comportamenti spesso incoscienti. Vogliamo maturare tutti e capire che dobbiamo avere attenzione? Spero che le istituzioni vigilino di più”.
E non è semplicemente una preoccupazione dei presidi e dei professori. Un papà ha scritto su Facebook: “Ho appena accompagnato mio figlio al ‘Meli’ dopo tanti mesi. Tutto era come se nulla fosse accaduto o accadesse: utilizzo delle mascherine e distanziamento pressoché nullo! A che cosa serve, mi chiedo, l’impegno profuso dallo Stato e dalle scuole, dai dirigenti scolastici ai docenti e dal personale tutto, senza senso di responsabilità dei nostri figli? Non è difficile comprendere, dopo tanto discutere, che il problema non è nella scuola ma fuori di essa…”. Si capisce che, anche in questo caso, c’è un elogio delle regole che presidi e professori fanno rispettare, in un clima non leggero, con un grande senso di abnegazione. La scuola difende. La scuola protegge. La scuola combatte il Covid con tutta la forza del suo immenso capitale umano. E gli altri? Che fanno gli altri?