Corruzione, abbuffate e consulenze |Catania sfamata dalla Metro - Live Sicilia

Corruzione, abbuffate e consulenze |Catania sfamata dalla Metro

Come si è arrivati all'inaugurazione di oggi con 7 anni di ritardo? (Nella foto, l'allagamento della metropolitana di pochi giorni fa).

LE INTERCETTAZIONI DEL "SISTEMA"
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CATANIA – Mangiate di pesce “a sbafo” per chi doveva controllare l’avanzamento dei lavori della metropolitana “infinita” di Catania. Più i tempi si allungavano, più aumentavano i guadagni per collaudatori, progettisti e imprese. Il sospetto del cemento depotenziato, la corruzione, nel passato, come ordinario metodo di gestione degli appalti e un rapporto stretto con la politica. Di destra e di sinistra. Ecco come si arriva, con 6 anni di ritardo, all’inaugurazione di oggi.

Un momento importante per Catania, la metropolitana, dopo trent’anni, arriva nel cuore della città: a piazza Stesicoro. Il ritardo, rispetto alla previsione originaria dei lavori, è notevole.

Era il 30 luglio del 2007 quando Mario Spampinato, ex commissario governativo della Fce nominato in quota Pdci (poi cacciato grazie al fuoco incrociato di sindacalisti e lombardiani), firmava il contratto con il consorzio Uniter rappresentato da Santo Campione della Sigenco. Data prevista di ultimazione dei lavori novembre 2009. Valore circa 40 milioni di euro.

PICCOLO PROBLEMA – Comune di Catania e Ferrovia Circumetnea avevano in “comune” collaudatori e imprenditori di grido. La tratta che va da piazza Galatea a Stesicoro è lunga circa un chilometro e collegava i cantieri di Uniter con quello della Collini. Quest’ultima impresa si era aggiudicata la tratta che passava sotto il viale Africa. Nel 2000, durante l’esecuzione dell’appalto, viene “scoperto” il canale di gronda realizzato negli anni ’90 in viale: ci sono problemi con le gallerie progettate e appaltate. Serve una variante e il costo dell’opera cresce, tutto giustificato dell’evento tecnicamente “imprevisto e imprevedibile” della scoperta del collettore. Dopo il 2000 il Comune di Catania, dimenticandosi del percorso della galleria, autorizza i lavori di ristrutturazione dell’immobile oggi adibito a Questura. Risultato? La galleria si scontra con le fondamenta. E’ stato necessario rifare il progetto con un incremento di costi di 4 milioni di euro.

“CEMENTO DEPOTENZIATO” – Poco più di un anno fa la Procura ha chiesto il sequestro della tratta che oggi si inaugurerà sulla base di una perizia redatta dai consulenti del Politecnico di Torino: le gallerie realizzate da Sigenco non sarebbero idonee a sopportare le possibili sollecitazioni di un territorio ad alto rischio sismico qual è quello etneo. Il giudice però non ha accolto il sequestro ritenendo che fosse trascorso molto tempo dalla redazione della perizia. Ma il passare del tempo difficilmente inficia le valutazioni decniche di grandi luminari dell’ingegneria. Dal canto suo, l’imprenditore della Sigenco Santo Campione, scomparso tragicamente come Fabrizio Collini, leader dell’impresa titolare dell’altro appalto, ha sempre garantito la totale sicurezza dell’opera.

CHI CONTROLLAVA? Gli interessi della Ferrovia Circumetnea, ente pubblico, dovevano essere tutelati da direttori dei lavori e collaudatori, molti dei quali oggi sono imputati con accuse che vanno dalla truffa al falso.

C’è uno spaccato molto chiaro, secondo la magistratura, di come funzionavano gli appalti per la realizzazione della Circumetnea. Di voli gratis, mangiate a base di pesce, assunzioni e regalie sono piene le pagine dell’inchiesta che in questo momento si sta celebrando, sfidando la prescrizione, nel palazzo di giustizia. Una grande inchiesta del Pm Antonino Fanara.

Per fare un esempio, nel novembre del 2007, collaudatori, controllori e controllato, cioè l’imprenditore, sono tutti insieme a pranzo, nel “collaudatissimo” ristorante Pagano, specialista delle portate a base di pesce. Santo Campione chiama la propria segretaria d’azienda, Caterina Fiore, sorella del direttore dei lavori, Salvatore Fiore, cioè colui che era preposto alla tutela degli interessi della pubblica amministrazione. Campione organizza la riunione di collaudo, della quale il Gico ha sequestrato il verbale: “Devo andare alla commissione di collaudo… mi devi prenotare – dice Campione alla Fiore – il ristorante… quello che dà sotto, da Pagano”. La segretaria: “Da Pagano lì, vicino all’Excelsior?”. “Sì ribatte l’imprenditore – una decina di persone”. “E le riunioni di oggi pomeriggio?”, domanda la Fiore. “No – insiste Campione – li devi annullare, oggi pomeriggio le annulli”.

Quando si avvicina l’orario di pranzo, è tutto un fermento tecnico alla Circumetnea. Il responsabile unico del procedimento Sergio Festa chiama Giuseppe Chiofalo, componente della commissione di collaudo, e chiede, telegrafico: “A pranzo dove?”. “Al solito posto? Dove andate? Fiore che ha detto?”. “Da Pagano – assicura Chiofalo – da Pagano ha prenotat… e ci vediamo da Pagano allora”. Festa, poco dopo, si raccorda con il direttore dei lavori Salvatore Fiore comunicando che avrebbe portato anche un avvocato. Fiore conferma. La sinfonia non cambia quando il 30 gennaio 2008 il funzionario delegato dal ministero dei Trasporti Carmelo Crisafulli, Salvatore Fiore e Sergio Festa devono verificare lo stato di avanzamento dei lavori della metropolitana: tutti a pranzo da Pagano. Paga il direttore di cantiere della Sigenco Antonino Milazzotto. I collaudi dell’appalto milionario erano continui. Il 23 febbraio 2008 Santo Campione contatta il geometra Agatino Sorge, il quale comunica che “è andato tutto bene e hanno fatto 3 giorni di collaudi ai segnalamenti”. Campione chiede se “sono andati là a mangiare, al ristorante al Montegrappa”. Sorge risponde che sono andati da “Nello” e spiega che Fiore, il nuovo direttore dei lavori e Ferlito “sono rimasti contenti”. L’imprenditore della Sigenco si informa su cosa dicesse Fiore. Sorge risponde che “era tutto tranquillo” e che prossimamente “ne avranno degli altri da fare anche a Vicenza e in Abruzzo e saranno presenti l’Ustif e la Circum e sicuramente verrà Crisafulli”.

Ecco il conto: Campione chiede a Sorge di “cercare di presentare uno stato di avanzamento lavori da un milione e mezzo di euro”. Il geometra spiega che “sarà un po’ difficile, ma vedrà di fare il possibile”. A quel punto Campione dice che “visto che gli pagano solo il 50% – si legge nel brogliaccio delle intercettazioni – bisognerebbe collaudare roba per tre milioni di euro”. Insomma, l’imprenditore chiede di “collaudare” e quindi certificare la realizzazione di lavori milionari come se si trattasse di ordinare un bicchiere d’acqua fresca.

Il conto salato, col tempo, lo hanno pagato i cittadini.

Oggi inizia una nuova stagione? Stiamo seguendo con attenzione.


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