TRAPANI – Ci sarebbe un giro di corruzione dietro la gestione dei fondi per il trasporto marittimo. I carabinieri di Palermo e Trapani su ordine della Procura della Repubblica del capoluogo siciliano, hanno arrestato Girolamo Fazio, deputato regionale, capogruppo del Misto a Palazzo dei Normanni, ed ex sindaco di Trapani, attualmente in corsa per la poltrona di primo cittadino, l’armatore Ettore Morace, figlio del patron campano del Trapani Calcio Vittorio, e il funzionario regionale Giuseppe Montalto. Tutti i particolari dell’operazione, denominata ‘Mare Monstrum’, in una conferenza stampa dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Bernardo Petralia.
L’inchiesta si muove su due piani, uno regionale e l’altro nazionale. In Sicilia, infatti, si è giocata la partita per l’assegnazione dei finanziamenti che sono serviti a garantire i collegamenti con le isole minori. Qui, secondo l’accusa, sarebbe intervenuto un patto illecito affinché La Ustica Lines di Morace ottenesse più finanziamenti di quanti in realtà gliene sarebbero spettati. La partita nazionale, invece, avrebbe portato all’approvazione di un emendamento alla legge finanziaria che abbatteva dal 10 al 4% la parte di Iva che le compagnie di navigazione devono pagare allo Stato sui biglietti venduti. Da qui il coinvolgimento di politici nazionali e regionali che in cambio avrebbero ottenuto regali e posti di lavoro.
Tra gli indagati c’è anche il sottosegretario Simona Vicari per concorso in corruzione. Avrebbe ricevuto un Rolex in cambio di un favore, secondo gli inquirenti.
Fazio, deputato regionale dal 2012 e imprenditore del settore vitivinicolo, è in corsa per ritornare a guidare il Comune che aveva amministrato per dieci anni dal 2001 al 2012. Dopo di lui la parentesi di Vito Damiano e adesso la scelta di ritentare l’elezione a sindaco, sostenuto da cinque liste civiche in una coalizione in cui ha trovato posto anche l’Udc di Mimmo Turano. Tra gli assessori designati da Fazio per queste Amministrative anche Annemarie Collart Morace, moglie di Vittorio e direttore generale del Trapani Calcio. Ettore Morace, invece, è l’amministratore delegato di ‘Liberty Lines’, società di navigazione che gestisce i collegamenti tra la Sicilia e le isole minori e che nella primavera del 2016, sotto il nome di ‘Ustica Lines’, ha acquisito Siremar cambiando denominazione e trasformandosi in un colosso dei trasporti sul mare.
E’ la seconda tegola giudiziaria sulle elezioni di Trapani in meno di 24 ore. Ieri, infatti, la notizia della richiesta di soggiorno obbligato da parte della Procura di Palermo nei confronti del senatore di Forza Italia Antonio D’Alì, anche lui in corsa per la carica di sindaco a Trapani. La richiesta della Procura affonda le radici nelle motivazioni della sentenza d’appello che nel settembre del 2016 aveva assolto l’ex sottosegretario agli Interni dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per quanto riguarda gli avvenimenti post 1994. La misura di prevenzione sarà discussa il prossimo mese di luglio. Fazio e D’Alì, un tempo insieme all’interno di Forza Italia, ruppero i rapporti all’indomani dell’elezione di Damiano e adesso si apprestavano al duello finale nelle urne. Gli aLtri tre candidarti sono Piero Savona, sostenuto dal Pd e da due liste civiche, Marcello Maltese (Movimento cinque stelle) e Giuseppe Marascia (Città a Misura d’uomo).
Montalto, invece, ha un incarico esterno per conto della Regione: si tratta, infatti, del segretario particolare dell’assessore alle Infrastrutture Giovanni Pistorio. Lo stesso ruolo è stato ricoperto da Montalto in passato con l’assessore Giovanni Pizzo. Tra il 2015 e il 2016 Morace fu protagonista di un braccio di ferro con la Regione, che aveva bandito due gare per i collegamenti con le isole minori. Una mega gara per complessivi 120 milioni di euro. La Regione aveva deciso di rivedere al ribasso l’importo, ritenuto troppo alto. Morace a quel punto minacciò di fermare gli aliscafi, ma la serrata rientrò. Nella primavera 2016 la compagnia di navigazione si aggiudicò il bando. Tra coloro che espressero soddisfazione per l’esito positivo della vicenda c’era anche Fazio.
L’inchiesta. Secondo gli inquirenti Fazio avrebbe minacciato un dirigente che aveva revocato il bando e si sarebbe attivato per non fare nominare un consulente sgradito a Morace. Tra i beni oggetto della corruzione posti di lavoro, una Mercedes, biglietti per le navi. Ci sono politici nazionali indagati che sarebbero stati remunerati con due Rolex per Natale. Nell’inchiesta entra pure il gruppo Franza di Messina che per cercare di battere la concorrenza di Morace avrebbe cercato di creare un dossier contro Morace.
All’alba i Carabinieri dei nuclei investigativi di Palermo e Trapani hanno dato esecuzione ad un provvedimento cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura.
Le indagini secondo gli inquirenti avrebbero accertato reati di corruzione, turbata libertà degli incanti, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, accesso abusivo ad un sistema informatico, rivelazione del segreto d’ufficio ed installazione di apparecchiature atte ad intercettare conversazioni telefoniche.
Oltre alle misure cautelari nei confronti di Fazio, Montalto e Morace, il gip ha disposto la sospensione dal pubblico ufficio di Orazio Gisabella, militare dell’Arma dei Carabinieri, in servizio fuori dalla Sicilia.
L’indagine è stata incentrata sulla figura dell’armatore Ettore Morace, proprietario della Liberty Lines – compagnia di navigazione con sede in Trapani e leader nel settore del trasporto passeggeri su imbarcazioni veloci – e prendeva avvio dal riscontro di gravi irregolarità circa l’affidamento, proprio a favore della Liberty Lines, dei servizi di collegamento a mezzo unità veloci per le isole Egadi ed Eolie. Gli inquirenti hanno accertato un sovradimensionamento della compensazione finanziaria, ottenuto attraverso l’indebita ingerenza di Salvatrice Severino, già dirigente del servizio 2 trasporto regionale aereo e marittimo dell’assessorato alle infrastrutture e trasporti, nonché del deputato regionale Mimmo Fazio.
Gli inquirenti ritengono di avere rilevato “una reale cointeressenza economica” tra Morace e Fazio “tale da poter ipotizzare il reato di abuso d’ufficio nella condotta di quest’ultimo. Si è, altresì, registrato un notevole attivismo del Morace nel tessere una vasta e diversificata rete di supporto politico-istituzionale, a livello regionale e nazionale, finalizzata al rafforzamento della posizione di quasi monopolio della Liberty Lines e all’aggiudicazione di fondi regionali “gonfiati”.
Secondo gli inquirenti, Morace “gode del forte appoggio del Sottosegretario di Stato al Ministero dei Trasporti, senatrice Simona Vicari (il cui fratello è anche dipendente della Liberty Lines)”. “Attraverso l’interessamento della stessa – si legge in una nota -, Morace riusciva ad ottenere nel periodo monitorato: la presentazione e l’approvazione di un emendamento alla legge di stabilità dello Stato con il quale veniva ridotta l’imposta d’Iva dal 10% al 5% per i trasporti su navi veloci, causando un ammanco alle casse dello Stato di 7 milioni di euro e, conseguenziale, notevole arricchimento della società Liberty Lines; il ritiro della proposta di nomina di un consulente, inviso a Morace, all’assessorato Regionale ai Trasporti; il capo della segreteria dell’assessore ai Trasporti della Regione, Giuseppe Montalto, sfruttando il suo ruolo, otteneva da Morace: l’assunzione di un amico giornalista, presso l’ufficio stampa di Liberty Lines; la più che favorevole liquidazione del trattamento di fine rapporto con “Siremar s.p.a.” dell’amica Marianna Caronia”.
Morace, secondo gli inquirenti, “si attivava anche per ottenere un intervento presso il Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA) per la regione Siciliana al fine di ottenere il ribaltamento della sentenza del TAR Sicilia del 21 febbraio 2017, dispositivo con il quale era stato rigettato il ricorso presentato dalla Liberty Lines avverso l’annullamento in autotutela della gara d’appalto per i trasporti su navi veloci per il 2016. Tale annullamento era stato operato dalla Regione Siciliana, a causa delle riscontrate sovracompensazioni. Di fatto, con la decisione del TAR, la compagnia di navigazione aveva perso 24 milioni di euro”.
Infine, Morace, unitamente al fratello Gianluca, avrebbe imbastito, secondo l’accusa, un’attività di intercettazione abusiva nei confronti di un dipendente, sospettato di essere in accordo con la concorrenza. L’attività veniva attuata con l’ausilio di un’agenzia di investigazioni private del capoluogo campano e attraverso l’installazione di uno spyware sul telefono cellulare del dipendente. Attraverso tale attività illecita, gli armatori Morace riuscivano ad incamerare importanti informazioni che confermavano i loro sospetti. Il “Gruppo Franza”, infine, avrebbe posto a sua volta in essere manovre per danneggiare il concorrente Morace condotte anche grazie al concorso di Gisabella.
“I tempi delle indagini e della politica sono diversi e a volte possono crearsi sovrapposizioni temporali. Quando questo capita, comunque, in mancanza di una conoscenza precisa dei fatti, nessuno è autorizzato a parlare di giustizia a orologeria”. Lo ha detto il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi al termine della conferenza stampa sugli arresti per corruzione a Trapani. “Se guardiamo l’origine e lo sviluppo di questa indagine e la sua rapidità (circa dieci mesi, ndr) – ha aggiunto – parlare di giustizia a orologeria è affrettato e ingeneroso”.
Quanto alla richiesta di soggiorno obbligato fatta ieri dalla dda di Palermo nei confronti del senatore Antonio D’Alì, concorrente di Fazio nella corsa a sindaco, “la sentenza di appello dalla quale sono stati tratti elementi importanti per la definizione della proposta è stata depositata il 14 aprile scorso. La preparazione di un provvedimento in tempi così brevi risponde da sola a qualunque obiezione”