"Corsello, nessuna aggressione" | Multiservizi, maxi-esposto - Live Sicilia

“Corsello, nessuna aggressione” | Multiservizi, maxi-esposto

Pronta anche una denuncia a Procura e Corte dei conti: i lavoratori solleveranno l'incostituzionalità delle stabilizzazioni in Sas, considerato il blocco delle assunzioni. Nessuno è disposto ad accettare l'indennizzo di sei mesi proposto dalla Regione, che rischia di dover risarcire oltre cinque milioni di euro.

 

Parlano gli ex interinali
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PALERMO. Una denuncia alla Procura e alla Corte dei Conti che potrebbe “stoppare” tutte le assunzioni nella nuova Sas. E una sfilza di contenziosi che potrebbero costare alla Regione siciliana milioni di euro. Gli ex interinali di Multiservizi promettono battaglia in tribunale ai vertici della società e al governo regionale, ma precisano: “Nessuna violenza nei confronti dei dirigenti Corsello e Aiello. Noi siamo gente perbene”.

La vicenda risale a pochi giorni fa, quando il commissario liquidatore Anna Rosa Corsello, e il responsabile del personale di Multiservizi Piero Aiello hanno denunciato un’aggressione ai loro danni. Un’aggressione verbalizzata anche di fronte agli agenti della Digos. “Non è vero – replica però uno di quei dipendenti, Gaetano Di Bella – che abbiamo preso a calci e pugni la macchina, che abbiamo minacciato la Corsello. La smettano di gettare fango su gente perbene. Abbiamo solo bloccato l’auto perché volevamo delle risposte”.

E quelle risposte gli ex lavoratori di Multiservizi (molti dei quali hanno già avuto riconosciuto dai tribunali di Palermo e Agrigento il diritto all’assunzione) le avrebbero volute proprio dalla Corsello che “abbiamo sempre considerato – dice ad esempio Caterina Di Rosalia – una grande donna. Siamo sempre stati in contatto con lei e ci ha sempre risposto, ci ha sempre spiegato tutto. Anzi, ci rassicurava sul fatto che saremmo stati assunti. Siamo i primi – aggiunge – ad essere dispiaciuti se si è sentita aggredita o minacciata. Noi non volevamo nulla di tutto ciò”. Volevano chiarezza, insomma, i lavoratori che si sono visti sbattere sul naso la delibera del governo, frutto dell’accordo politico-sindacale di alcune settimane fa, con la quale viene riconosciuto agli ex interinali, al massimo, un indennizzo pari a sei mesi di stipendio. Una proposta considerata inaccettabile dai lavoratori, che puntano l’indice contro l’assessore Gaetano Armao.

“Qualcuno deve spiegarmi – dice però Gaetano Tarantino – perché mai dovrei accettare sei mesi di indennizzo, quando un tribunale mi ha riconosciuto non solo 24 mensilità, ma anche il diritto all’assunzione a tempo indeterminato”. E tra i 129 ex interinali, come detto, nessuno sembra intenzionato ad accettare la proposta di transazione del governo. Così, quasi certamente scatteranno i ricorsi. Anzi, in alcuni casi sono già partiti. Si tratta di richieste di risarcimento per una media di 15 mesi di stipendio (da mille euro circa) per ognuno dei lavoratori. Ai quali andrebbero aggiungere gli oneri legali: più o meno la stessa cifra. Cifre alla mano, i contenziosi potrebbero costare alla Regione qualcosa almeno cinque milioni di euro.

Ma alcuni di questi lavoratori stanno anche pensando a un’altra strada. E hanno già dato mandato ai propri legali. Un ricorso per chiedere l’incostituzionalità del processo di trasferimento dei dipendenti da Multiservizi in Sas (l’utilizzo della legge 223 del 1990). Per farla breve, gli avvocati degli ex interinali solleveranno questa questione: considerato il blocco delle assunzioni per la Pubblica amministrazione scattato dal 2010, non può essere previsto il licenziamento collettivo dei lavoratori di Multiservizi, e la contestuale assunzione, appunto, nella nuova Sas degli 897 lavoratori. Un procedimento, quello dell’assunzione collettiva e dell’assunzione nella nuova società, scelto dal governo dopo la bocciatura, da parte del Commissario dello Stato di un articolo della Finanziaria che prevedeva il trasferimento diretto da una società all’altra.

A proposito di assunzioni, poi ieri in Multiservizi si sono presentati 13 ex interinali vincitori della causa in tribunale del 27 luglio, per firmare l’assunzione che il tribunale stesso aveva riconosciuto. Ma giunti in sede, la brutta sorpresa: “Siamo stati convocati dalla società e ci siamo presentati lì a digiuno alle otto del mattino – racconta Adele Bonomo – per le visite e la firma del contratto. Solo in quel momento ci è stato detto che non saremmo stati assunti”. Il motivo è semplice: una delibera del governo di fine luglio ha previsto il divieto di assunzione per quei lavoratori in possesso di un contratto atipico, e il riconoscimento solo di un indennizzo pari a sei mesi di stipendio. Ma nessuno accetterà questa proposta. È pronta una raffica di ricorsi. E quella denuncia sull’incostituzionalità delle assunzioni. Che potrebbe bloccare il trasferimento nella nuova Sas di circa 900 lavoratori.


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