Di certo c’è solo che non ci si annoia. La campagna elettorale per le amministrative palermitane s’è ormai trasformata in un variopinto helzapoppin’, uno spettacolo all’altezza della migliore tradizione circense, manna dal cielo per i giornalisti che da un pezzo non si ritrovavano tante amenità per le mani. A meno di due mesi dal voto Palermo non ha ancora ben capito quali sono i candidati sindaco e quali saranno gli schieramenti che si fronteggeranno. Pirandello non avrebbe saputo fare di meglio.
Quello che si sta muovendo attorno a Massimo Costa, per esempio, è un balletto abbastanza indicativo dell’aria da orchestrina sul Titanic che tira a Palermo. Il giovane ex presidente del Coni era stato presentato come il candidato del Terzo polo, sostenuto da Udc, Fli e Mpa e per strada ha raccolto la convinta adesione anche di Grande Sud. L’Udc ha fatto di tutto per allargare la coalizione al Pdl, evitando agli alfaniani l’extrema ratio della candidatura di Francesco Cascio. L’accordo sarebbe cosa quasi fatta, dopo l’apertura pubblica dello stesso Costa, salutata dai berlusconiani con quello che è sembrato un sospiro di sollievo. Ma Mpa e Fli continuano a dire no all’intesa col Pdl. E ieri è circolata con insistenza la voce che i due partiti lavorassero a un piano B, una candidatura alternativa (Patrizia Monterosso e Alessandro Aricò i due nomi sul tavolo, anche se qualcuno ha riesumato l’ipotesi Gianni Puglisi), lasciando Costa all’asse Pdl-Udc-Miccichè. Ipotesi in qualche modo negata da Carmelo Briguglio che nel pomeriggio, ribadendo il no al Pdl, ha detto però che Fli rimane su Costa. Ma anche sul fronte dell’allargamento a destra, emergerebbero nuove grane, con l’Udc di Gianpiero D’Alia che chiama dentro il Pdl, nell’ottica di una futura alleanza tra moderati per Regionali e Politiche, ma a quanto pare vorrebbe lasciare alla porta gli ex amici del Pid, i postcuffariani alleati di ferro dei berlusconiani.
Un caos. Al quale stasera si cercherà di porre rimedio in un summit, che si preannuncia caldissimo, al comitato elettorale di Costa in piazza Sturzo. Saranno presenti Carmelo Briguglio (Fli), Gianpiero D’Alia (Udc), Raffaele Lombardo (Mpa) e Gianfranco Micciché (Grande Sud). In teoria si dovrebbe parlare di campagna elettorale, in pratica bisognerà prima chiarire qual è e da chi è composta la coalizione che sostiene il giovane avvocato. E viste le parole di fuoco volate tra alleati nelle ultime ore (D’Alia ha tirato in ballo persino l’olio di ricino) le premesse non sembrano le migliori.
Intanto a sinistra la guerra si combatte a colpi di ricorsi, tra inchieste, sputtanamenti televisivi e anatemi. Con un Orlando furioso pronto a guastare la festa, ma senza scendere in campo in prima persona. E con un Pd dilaniato che dopodomani si appresta a sfiduciare il proprio segretario a meno di due mesi da una tornata elettorale di portata storica che coinvolgerà buona parte della Sicilia. Chapeau.
E dire che a Palermo, per fronteggiare un’emergenza ai limiti del tragico, servirebbero convergenze amplissime, sul modello Monti. Sì, perché nel frattempo il commissario Luisa Latella prova a districarsi tra i conti disastrati di un Comune su cui aleggia insistente lo spettro del dissesto finanziario. Che sarà praticamente certo se il consiglio non voterà la stangata fiscale che dovrebbe, si spera, scongiurare il default. Nel frattempo la bomba a orologeria della Gesip è innescata e l’Amia boccheggia. Dettagli: l’orchestrina del Titanic pare concentrata su tutto un altro spartito.