Carlo Cottarelli dovrebbe sciogliere già oggi il nodo relativo ai nomi dei suoi ministri. Nelle prossime ore, probabilmente, il presidente del Consiglio incaricato comunicherà la sua squadra di governo al Quirinale. Un esecutivo di minoranza e neutrale, quello che sta per nascere, con il compito di presentare alle Camere la manovra finanziaria e portare il paese alle elezioni. Diversi sono i nomi che si fanno per questo “governo lampo”, nato in ventiquattro ore: sono tutti profili di alto livello, per la maggior parte già noti al mondo istituzionale.
Raffaele Cantone, napoletano, magistrato in aspettativa e presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione è uno dei nomi in pole per l’incarico di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Due palermitani si starebbero invece giocando la partita per il ministero dell’Interno: da un lato ci sarebbe il prefetto Francesco Paolo Tronca, membro del Consiglio di Stato e già commissario straordinario per Roma Capitale, dall’altro Alessandro Pajno che del Consiglio di Stato è il presidente. Il suo nome, passato dal Viminale quando fu sottosegreatrio di Romano Prodi nel 2006, era circolato un mese fa come possibile “premier neutrale”.
Il tassello che ha creato il cortocircuito e portato al fallimento del governo Conte, il ministero dell’Economia, dovrebbe andare per la prima volta nella storia a una donna: Lucrezia Reichlin. L’economista romana insegna alla London Business School. Suo padre, Alfredo, fu deputato del PCI e del PDS. La madre è Luciana Castellina, esponente della sinistra, più volte deputata e oggi vicina a LeU. Per la Reichlin sarebbe in ballo, in alternativa, il dicastero dello Sviluppo Economico.
Paola Severino, napoletana, dovrebbe tornare ad occuparsi di Giustizia. L’attuale rettrice dell’università LUISS di Roma era – infatti – già stata il guardasigilli del governo guidato da Mario Monti. Fra gli ex montiani che tornerebbero alla carica c’è pure Enzo Moavero Milanesi. Per lui, romano, pronto un posto da ministro alle Politiche Comunitarie. Il giurista, dato nei giorni scorsi come vicino ad un dicastero con i 5 stelle, ritornerebbe all’incarico che gli affidò nel 2013 Enrico Letta. Stesso discorso per Enrico Giovannini. A quest’ultimo toccherebbe il compito di gestire ancora il ministero del Lavoro.
Fra le altre donne presenti nella rosa dei nomi ministeriali, rispunta Elisabetta Belloni, già in aria di premiership qualche settimana fa. La diplomatica romana, prima donna segretario della Farnesina, sarebbe quindi “promossa” a ministro degli Esteri.
Infine, fra i nomi probabili ma senza ancora una “collocazione” ci sarebbero quelli di Anna Maria Tarantola e Carlo Mosca. La prima, originaria della provincia di Lodi, è stata dirigente della Banca d’Italia e presidente della Rai. Mosca, milanese, fu prefetto di Roma e capo di gabinetto presso il ministero dell’Interno.