PALERMO – Scuola in presenza: si levano le voci della politica siciliana. Desta non poca preoccupazione la decisione di non avvalersi dello strumento della didattica a distanza in una fase così delicata in termini di contagi. Diverse le voci critiche sull’opzione delle lezioni in presenza si sono levate soprattutto nel campo dell’opposizione.
Barbagallo convoca il partito
“C’è preoccupazione nel mondo della scuola, a pochi giorni dal rientro in classe, per l’aumento vertiginoso dei contagi ed il grave ritardo nel sistema dei tracciamenti. Le nuove misure di contenimento vengono, in alcuni casi giudicate insufficienti. Gli elevati contagi tra il personale, docente e non, potrebbero non garantire al meglio le lezioni in presenza mentre i sindaci chiedono screening a tappeto della popolazione scolastica prima del ritorno in classe”, ha detto il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo. “Per questo ho convocato d’urgenza il dipartimento regionale del #PD Sicilia, alla presenza della segreteria regionale, dei deputati nazionali, regionali e i segretari provinciali per ascoltare le indicazioni e proporre soluzioni da sottoporre al governo regionale”, ha annunciato sui social.
Fava chiama in causa Lagalla
Gli ha fatto eco il deputato Claudio Fava. “Rimandare la riapertura delle scuole in Sicilia non è la soluzione ideale ma in questo momento è certamente la meno rischiosa. Soprattutto in considerazione delle iniziative che, precauzionalmente, stanno prendendo molti sindaci della regione. All’assessore Lagalla chiediamo un atto di responsabilità e di non lasciare sindaci e famiglie in uno stato di incertezza e di confusione”, ha detto.