PALERMO – Un solo condannato al processo per le vicende del vecchio Palermo calcio targato Maurizio Zamparini, deceduto nel corso del dibattimento. Il commercialista Anastasio Morosi è stato condannato a 4 anni e 4 mesi.
Assolti l’ex componente del collegio dei sindaci Enzo Caimi e la segretaria di Zamparini, Alessandra Bonometti. Il Tribunale presieduto da Bruno Fasciana (a latere Daniela Vascellaro e Giangaspare Camerini) ha assolto anche la Us Città di Palermo (a cui è subentrata la curatela fallimentare), assistita dall’avvocato Fabrizio Lanzarone).
I reati contestati, a vario titolo, dal pubblico ministero Andrea Fusco erano falso in bilancio, false comunicazioni sociali e agli organi di vigilanza, autoriciclaggio e bancarotta fraudolenta. Attraverso una serie di operazioni in bilancio comparve un attivo di 11 milioni, a fronte di un patrimonio reale in negativo di 36 milioni di euro.
Secondo l’accusa, Morosi avrebbe stilato una consulenza sulla doppia cessione del marchio alla Mepal prima e all’Alyssa poi per far quadrare i conti in modo fittizio e potersi iscrivere ai campionati. La segretaria Bonometti entrò in gioco in qualità di procuratore speciale nella cessione. Caimi, invece, era chiamato a rispondere del fatto di non essersi accorto delle operazioni che portarono al crac. La Procura aveva chiesta la condannata per tutti gli imputati.
L’Us Città di Palermo fu dichiarata fallita a causa delle irregolarità venute fuori nel corso delle inchieste penali condotte dalla Procura di Palermo e dichiarata insolvente dal Tribunale fallimentare. Dopo il fallimento è nata una nuova società che nulla ha a che fare con la vecchia.
“Ampia soddisfazione” viene espressa dall’avvocato Lanzarone “all’esito di un processo molto complesso, sia sul piano tecnico che probatorio, trattato con grande equilibrio”.