Aumentano le assenze dei regionali| Il picco agli Affari extraregionali - Live Sicilia

Aumentano le assenze dei regionali| Il picco agli Affari extraregionali

Diffuso il report della Regione sulle presenze dei lavoratori. E il trend è quasi costante: i tassi delle presenze diminuiscono quasi ovunque, rispetto all'ultimo periodo del 2014. Ecco tutti i dati. I Cobas Codir: "I dati sono incompleti. Gettato discredito su un'intera categoria".  La dirigente Stimolo: "Una ricostruzione imprecisa".

PALERMO – Da Roma a Palermo. le assenze dei dipedenti aumentano un po’ dovunque. Dai picchi dell’ufficio degli Affari extraregionali, che ha sede anche nella Capitale, dove un lavoratore si assenta praticamente una volta a settimana, fino alle stanze di Palazzo d’Orleans, i numeri sulle presenze dei dipendenti sono peggiori rispetto a quelli dell’ultima rilevazione. In compenso, ecco le poche oasi della Regione, dove i dipendenti sono sempre presenti o quasi. Tra questi, gli uffici alle dirette dipendenze del presidente Crocetta.

Ma il trend è quasi costante. Rispetto all’ultimo trimestre del 2014, i dipendenti regionali si sono assentati di più. Il dato è quello fornito ogni 90 giorni dalla stessa amministrazione regionale. I numeri sono inequivocabili. E raccontano, intanto, di un “sorpasso”. Non è più il dipartimento delle autonomie locali, diretto da Giuseppe Morale a guadagnare la palma del più “assenteista”. A guidare la “classifica” è infatti l’Ufficio per gli affari extraregionali guidato da Maria Cristina Stimolo. Un ufficio che, rispetto all’ultimo trimestre del 2014 fa segnare un “picco”: dall’11,27% al 13,99% di assenze. Un giorno di “vacanza” su sette.

Una leadership nelle assenze messa in discussione solo dal dipartimento della Famiglia, diretto da Maria Antonietta Bullara: 13,96% di assenze, anche queste in netto incremento rispetto all’ultimo periodo dell’anno scorso, quando il dipartimento aveva fatto segnare il 10,88% di assenze. Sul podio dei dipendenti “fannulloni” ecco la Segreteria generale guidata da Patrizia Monterosso: qui il tasso di assenza in questi primi tre mesi del 2015 è del 12,62% (nell’ultimo trimestre del 2014 era dell’11,38%).

Questi, i dipartimenti che fanno segnare le assenze maggiori. Ma altrove, la situazione non è rosea. Sono otto i dipartimenti regionali che fanno segnare un tasso maggiore del 10 per cento (cioè di almeno un assenza ogni dieci giorni lavorativi). Si tratta del dipartimento dipartimento del bilancio guidato dal Ragioniere generale Salvatore Sammartano (11,89 per cento, in crescita rispetto al 10,4 per cento dell’ultimo periodo del 2014), del dipartimento dei beni culturali dove si è assistito alla polemica sostituzione di Rino Giglione con Gaetano Pennino (11,31 %, anche questo in ascesa rispetto al 10,99 % del periodo scorso), del Corpo forestale diretto da Gaetano Gullo (10,78 per cento contro il 9,09 del periodo precedente), del dipartimento Lavoro diretto da Anna Rosa Corsello (10,52%, anche in questo caso assenze in crescita), del dipartimento della Programmazione guidato da Vincenzo Falgares (10,26 % rispetto all’8,57 % di assenza nel periodo precedente), della Funzione pubblica diretta da Luciana Giammanco (10,21 % di assenze contro il 9,65 % dell’ultima rilevazione), della Formazione guidata da Gianni Silvia (10,15 % contro l’8,31 %), del dipartimento delle attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico dell’assessorato alla Salute (10,04 %, contro il 9,07 %). Assenze in crescita, quindi, nei dipartimenti più “assenteisti” della Regione. Ma il tasso di assenza cresce un po’ dovunque. Sono poche, pochissime le realtà che fanno segnare un trend opposto. È il caso del dipartimento della protezione civile guidato da Calogero Foti, che ha fatto scendere le percentuali di assenza sotto il 2 per cento, così come l’Ufficio di Bruxelles (anche questo diretto da Maria Cristina Stimolo) e gli uffici di diretta collaborazione del presidente della Regione.

Oasi felici. Per il resto, un po’ a sorpresa, le assenze alla Regione crescono dovunque. Nel periodo considerato sono computati tutti i giorni lavorativi del trimestre gennaio-marzo, escluso i sabati, le domeniche e i festivi. Sono presi in considerazione, quindi, i giorni di assenza sia del personale non dirigenziale a tempo indeterminato sia di tutto il personale dirigenziale (a tempo determinato e indeterminato). Sono comprese, nel report della Regione, le assenze per maternità retribuite e le assenze dovute a permessi della legge 104 solo quando usufruiti per l’intera giornata. Sono escluse dal computo le ferie e i permessi a ore. Permessi che, prima delle modifiche introdotte in Finanziaria, erano maggiori rispetto a quelli garantiti ai “colleghi” statali. Nonostante ciò, alla Regione le assenze crescono. Un po’ dovunque.


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