PALERMO- “Dal punto di vista della ricerca scientifica il filmato di quell’incontro è un documento eccezionale, che colpevolmente non è stato approfondito nelle sedi accademiche, come invece meriterebbe”. Lo dice Cataldo Salerno, presidente dell’Università Kore di Enna, riferendosi al video ripreso dai carabinieri nel 2001 in cui il candidato Pd alle prossime elezioni politiche, Mirello Crisafulli, incontra il mafioso ennese Raffaele Bevilacqua. Crisafulli venne indagato e la sua posizione venne archiviata. Ora il parlamentare uscente é imputato per concorso in abuso d’ufficio per il rifacimento di una strada comunale che porta alla sua villa da parte della provincia regionale.
“Quel filmato – dice Salerno – mostra una mafia alle corde, un boss che chiede implorante a Crisafulli lavoro e appalti in nome di un’antica amicizia (erano stati entrambi consiglieri provinciali di Enna: Crisafulli comunista, Bevilacqua democristiano) e che si sente negare più volte la possibilità stessa di accedere ad occasioni di occupazione. Si vede, in quei pochi minuti di intercettazione, Crisafulli che alterna, in un crescendo antropologicamente mirabile, sovrumane capacità di ascolto di richieste insistenti, esplicite insofferenze del colloquio in quanto tale, accondiscendenze palesemente finalizzate a chiudere l’incontro. Sulla base di questa performance, tra le più coraggiosamente antimafia che siano state mai documentate, alcuni chiedono che Crisafulli, ancorché il secondo più votato in Sicilia alle primarie del Pd, sia escluso dalle liste perché ha incontrato un boss e discusso di appalti”.
“Sì – conclude – un saggio scientifico si dovrebbe scrivere su tutto questo, compresa la comunicazione che ne fu data e che ancora ne viene strumentalmente data, ogni volta, per cercare di togliersi di mezzo uno che ha saputo trattare la mafia a pesci in faccia, dimostrando con le realizzazioni concrete la differenza tra la facilissima antimafia delle parole e la difficilissima antimafia dei fatti, proprio quella di cui la Sicilia ancora difetta e che tanti politici ‘professionisti di antimafia’ non sanno offrirle”.