Crocetta: "Via alle riforme"| Tutte le sfide del nuovo governo - Live Sicilia

Crocetta: “Via alle riforme”| Tutte le sfide del nuovo governo

Il governatore ha convocato i componenti dell'esecutivo a Palazzo d'Orleans. Non solo una riunione di giunta, ma un incontro utile a fissare il programma di governo da qui al 2017. Ma gli scogli da evitare e i nodi da sciogliere sono tanti.

PALERMO – Una riunione fiume. Non solo una giunta di governo, ma una “chiamata alle armi”. Il presidente della Regione ha “convocato” nel pomeriggio i suoi assessori a Palazzo d’Orleans. Sul piatto, il menu è semplice ma ricchissimo: il nuovo programma di riforme da portare avanti da qui al 2017. E, come contorno, ecco anche la prossima Finanziaria regionale, di cui Crocetta proverà a concordare le prime linee guida, dopo aver discusso, ieri, del Dpef con l’assessore all’Economia Baccei.

Doveva essere un “gabinetto di guerra”, aveva detto il presidente nei giorni della nascita del Crocetta-ter. Ma la “macchina da guerra” non si è ancora messa del tutto in moto. A dire il vero, manca ancora l’ultimo “sì”, quello del Csm, che si tradurrà nel nulla osta all’insediamento del neo assessore all’Energia Vania Contrafatto. La macchina, però, deve ripartire da subito. Perché alcune scadenze sono vicinissime. E le sfide da affrontare, fondamentali.

Intanto, ecco che dall’Ars arriva il “pungolo” al nuovo governo. Il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone ha “bacchettato”: “A due settimane dall’insediamento del Crocetta Ter, l’attività parlamentare dell’Assemblea regionale siciliana rimane ferma, a causa della mancata produzione di disegni di legge da parte dell’esecutivo. Invitiamo pertanto Crocetta e i suoi assessori – ha proseguito il deputato azzurro – a stringere i tempi, cominciando ad affrontare le tante emergenze vissute dalla nostra Sicilia e dando modo al parlamento di esprimersi e di lavorare”.

A dirla tutta, il parlamento potrebbe pure legiferare da sé. Anzi, è proprio all’Assemblea regionale che spetta il potere legislativo in Sicilia. Certamente, però, alcuni temi non possono non avere una origine governativa. Quelli economici, in particolare. Non a caso, nella riunione di oggi, il presidente Crocetta e gli assessori hanno affrontato, come detto, soprattutto l’argomento degli argomenti: cioè il bilancio regionale, che potrà nascere solo grazie a una interlocuzione seria con Roma. Dato ormai per scontato, e in parte preannunciato dall’assessore Baccei, il fatto che il governo si troverà costretto a chiedere l’esercizio provvisorio (“Ma per il più breve periodo possibile” ha detto l’assessore), nella riunione di oggi si è toccato il tema relativo al Dpef e alla Finanziaria. Ma le emergenze e le sfide che attendono il governo sono diverse. E varie.

I fondi europei

In meno di due mesi la Sicilia deve spendere mezzo miliardo di euro del Po Fesr 2007-2013. I soldi che non verranno spesi andranno persi. È una missione proibitiva (negli ultimi 17 mesi la spesa certificata è stata meno di un miliardo). E ancora più impossibile sembra il rispetto della scadenza del prossimo anno: un miliardo e 700 milioni da spendere in dodici mesi.

La riforma delle province

Arrivati alla proroga della proroga della proroga, la vicenda della riforma delle province ha assunto ormai contorni quasi grotteschi. I nuovi consorzi non hanno ancora visto la luce, il Parlamento ha partorito un suo disegno di legge sganciato da quello del governo. Il tempo intanto passa e continua la stagione dei commissari.

Il caso trivelle

La maggioranza sul tema è andata sotto all’Ars. E il governo è stato bersagliato da 5 Stelle, Forza Italia e Sel. Anche il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, non contrario in linea di principio, ha bacchettato l’esecutivo per un atteggiamento troppo remissivo verso Roma e le “grandi aziende del Nord”. Il governatore sul petrolio ha detto di volere tirare dritto ma la polemica continuerà. Anche in Assemblea, dove il presidente è atteso mercoledì per chiarire ai deputati i punti più oscuri della vicenda

Acqua e rifiuti

Ancora da definire il tema dell’acqua. Il disegno di legge governativo non ha raccolto grandi consensi. E c’è poi il tema dei rifiuti che porta dietro una lunga scia di polemiche. Rinfocolate la settimana scorsa dalle dichiarazioni dell’ex assessore al ramo Nicolò Marino che in un’intervista ha raccontato di presunte pressioni della Confindustria siciliana sul tema, riferendo di un incontro risalente a un anno fa i cui contenuti sono stati smentiti dai vertici confindustriali (che hanno annunciato querela). Quello relativo ad acqua e rifiuti resta insomma un dossier delicatissimo per il governo e per il nuovo assessore Contrafatto (che ancora deve insediarsi).

L’incognita Formazione professionale

Per migliaia di dipendenti del comparto il futuro è ancora incerto. Nelli Scilabra non ha fatto in tempo a portare avanti la sua riforma, attesa per quasi due anni. Ora il testimone è passato a Mariella Lo Bello. Ma, nonostante qualche passo avanti, rimangono fermi la terza annualità dell’Avviso 20 (che dovrebbe però ripartire a giorni) e il Piano giovani (non solo i tirocini, ma anche tutte le altre misure). Ma non solo. Il Ciapi di Priolo è in enorme sofferenza. I bandi Prometeo e Garanzia giovani coinvolgeranno non solo l’assessore alla Formazione, ma anche quello al Lavoro, Bruno Caruso. Una questione che porta con sé l’annosa vicenda dei cosiddetti “ex sportellisti”.

La sanità e gl ospedali

E non mancano, poi, i problemi nuovi, le emergenze più o meno fresche. Certo, quello della rete ospedaliera non è esattamente un argomento nuovo. Ma le ultime novità stanno stendendo un’ombra preoccupante sul progetto di riforma della Sanità siciliana, sulla scia delle indicazioni fornite dal Ministero. Indicazioni che potrebbero risultare “inutili” dopo un recentisismo parere del Commissario dello Stato.

Varie ed eventuali

Ovviamente, nei giorni che verranno il governo dovrà mettere mano a tutte le questioni che attengono al maxi-bacino dei precari siciliani: dagli ex Pip a quelli dei Comuni, le soluzioni trovate finora sono solo temporanee. E poi, superate le emergenze, ci sarebbe da pensare anche un po’ alla crescita, allo sviluppo. Ma quella è un’altra storia.


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