Crocetta e il caos maggioranza | Ma nessuno vuole il rimpasto - Live Sicilia

Crocetta e il caos maggioranza | Ma nessuno vuole il rimpasto

Dai partiti “bordate” al governatore, ma “fiducia” agli assessori. Che non intendono abbandonare la giunta.

Il governo regionale
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PALERMO – “Un rimpasto? Faremmo ridere i polli”. Davide Faraone ha scelto una espressione assai colorita per chiudere, prima ancora di aprirlo, il “faccia a faccia” invocato da Crocetta con gli assessori e le forze politiche che lo sostengono. Un chiarimento, ha detto il governatore pochi giorni fa, è quello che ci vuole per sgombrare ogni dubbio: chi sta col presidente?

La domanda però sembra rimbalzare sull’indifferenza dei partiti. Dove, però, non è che i giudizi siano monolitici. Prendi proprio Faraone, che non ha girato molto attorno alla questione, prima di affermare che “il nostro giudizio sul governo regionale è negativo”. Non esattamente in linea col giudizio del “suo” assessore e amico Alessandro Baccei sull’ultima Finanziaria regionale: “In due anni – ha detto quest’ultimo – abbiamo riparato i danni compiuti nei cinquant’anni precedenti. Questa legge di stabilità è una medaglia che il governo può appuntarsi”. E così, ecco che emergono le ormai antiche contraddizioni nell’area renziana di lotta e di governo.

“Io mi sono sforzata in questi anni – racconta non a caso l’assessore all’Energia Vania Contrafatto – di fare anche un lavoro di mediazione tra il governatore e l’area dei renziani, anche grazie agli ottimi rapporti che ho intessuto con ministri quali De Vincenti o Delrio. Del resto, sebbene io sia stata indicata da un’area politica, sono stata scelta come ‘tecnico’ e ho cercato finora di svolgere questo lavoro seguendo i miei principi e le mie regole. Ho sempre – ha aggiunto – dialogato con l’area del Pd che mi ha indicato, ma sono anche stata sempre leale col presidente Crocetta. Insomma, sono sempre stata me stessa, ragionando con la mia testa. Forse proprio per questo oggi – conclude – avverto la fiducia sia del Pd che del governatore”. Quello che emerge quindi è anche un tentativo di non aderire del tutto all’etichetta del “renzismo” ortodosso. Nonostante la recente ri-affermazione dell’ex premier alle primarie. È il caso ad esempio dell’assessore alla Salute Baldo Gucciardi: “Un chiarimento? Penso che il mio partito – ha spiegato – stia già portando avanti delle iniziative in questo senso, quindi non credo sia utile che io mi esprima oggi. Io renziano? Sono un assessore del Pd, non ha senso frantumare il partito”.

Nessuno, quindi, è pronto ad abbandonare Crocetta. Il governatore che pochi giorni portò come esempio dello strano rapporto tra i partiti, gli assessori e il presidente stesso, il nome di Maurizio Croce. “Visto che Sicilia Futura – ha sostanzialmente detto Crocetta – dice che Croce non è un ‘loro’ assessore, ma un ‘mio’ assessore, vorrei sapere se le cose stanno davvero così”. Il diretto interessato, ovviamente, si guarda bene dall’accendere nuove polemiche: “Io posso solo dire – spiega – di essere molto soddisfatto della mia esperienza in questo governo. Abbiamo fatto tante cose buone, penso alla destagionalizzazione dei lidi o alla sistemazione dell’Arpa. Penso anche – aggiunge – che i buoni risultati siano anche il frutto della sinergia col governo nazionale”.

Il fondatore di Sicilia Futura Totò Cardinale, però, non usa toni del tutto accomodanti. “Se una maggioranza esiste ancora – dice – si riunisca e discuta in quella sede. Serve uno sforzo, da un lato per recuperare consensi perduti, e dall’altro per accelerare la spesa e tutte le procedure che possono essere portate a termine. Penso ad esempio ai progetti del Patto per la Sicilia o ai concorsi sbloccati con l’approvazione della rete ospedaliera”. Resta però un parere non esattamente positivo nei confronti del governo Crocetta: “Abbiamo sempre espresso – dice Cardinale – il nostro giudizio con lealtà. Si poteva fare di più, usando meglio lo strumento della politica e allargando la base del consenso, sforzandosi di percepire il comune sentire”. E i rapporti con l’assessore Croce? “So per certo – dice Cardinale – che i rapporti tra l’assessore e Crocetta sono molto buoni. Noi non lo disconosciamo, ma è indubbio che le attese di Sicilia Futura fossero assai diverse, anche in termini di incontro, di partecipazione alle decisioni. Crocetta ha considerato il nostro movimento semplicemente ‘aggiuntivo’ rispetto al resto della coalizione. Ma resta nei confronti dell’assessore una fiducia totale e un giudizio positivo sul suo operato. La via scelta per individuarlo, però, è stata una: lo ha scelto Crocetta e noi abbiamo dato il nostro via libera, abbiamo manifestato il nostro apprezzamento. E da allora non ci siamo sottratti mai alle nostre responsabilità e siamo stati degli alleati seri. Questo non vuol dire però – conclude – che non abbiamo il diritto di esprimere le nostre opinioni”.

Spesso dure, negative. Così come lo sono state, in molti casi, quelle dei Centristi ex Udc che fanno capo a Gianpiero D’Alia. Critiche che però non giungono al punto di sfiduciare gli assessori “in quota” o di chiedere loro un passo indietro. Anzi. “Noi, a differenza di altri – spiega il segretario regionale Adriano Frinchi – abbiamo un patto originario con Crocetta, che affonda ai giorni della campagna elettorale per la sua elezione. E da allora siamo stati fedeli al mandato elettorale. Penso che sia giusto che alla fine le valutazioni le faccia proprio l’elettorato. Ma per quanto ci riguarda – conclude – la fiducia negli assessori moderati in giunta (Pistorio, Mangano e Vermiglio, ndr) rimane totale”. E così, ogni chiarimento pare in realtà inutile. Il gioco è sempre quello: tutti contro Crocetta, ma tutti con Crocetta. O se si preferisce: Crocetta contro tutti, ma Crocetta insieme a tutti.


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