Crocetta gela gli alleati: | "Nessun assessore è in discussione" - Live Sicilia

Crocetta gela gli alleati: | “Nessun assessore è in discussione”

Rosario Crocetta

Dalla maggioranza sono giunti diversi inviti a cambiare la fisionomia del governo. E lui ci mette una Crocetta sopra.

 

Il governatore
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PALERMO – “Nessuno metta in discussione i miei assessori. Il rimpasto non serve”. Rosario Crocetta replica con forza agli “inviti” con i quali diversi esponenti della maggioranza hanno suggerito un rimpasto di governo. “Non mi piace l’idea – puntualizza il governatore – che qualcuno dall’interno detti l’agenda di governo, ma, raccogliendo l’invito che mi ha fatto Antonello Cracolici, voglio discuterla con la mia maggioranza, uscita rafforzata dalle elezioni comunali, in un rapporto più stretto e stabile. Siamo – prosegue – in una fase nuova, dobbiamo essere più uniti, vanno bene anche le critiche, ma facciamole al nostro interno. Sono per il dialogo e per la condivisione del progetto, ma su una cosa non sono disponibile: il rimpasto. Non accetto che si mettano in discussione gli assessori, non sono dei trimestralisti. Non si fanno girare gli assessori, ma le idee e le proposte”.

Insomma, il presidente non ci sta. Nonostante il pressing giunto da diverse frange dell’Assemblea. Dall’Udc, innanzitutto, ma anche da altri alleati come i Democratici e riformisti di Totò Cardinale o i deputati di Articolo 4, la nuova formazione guidata da Lino Leanza. Nuovi soggetti che hanno però ottenuto ottimi risultati alle ultime amministrative. Crocetta apre uno spiraglio a un dialogo più ampio con i partiti. Ma il governatore va addirittura oltre: “Allargare la coalizione che mi sostiene? Qualsiasi riflessione – spiega – è legata alle dinamiche nazionali e al governo Letta, che spero duri tanto, almeno il tempo per fare le riforme. Il mio governo – aggiunge Crocetta – si misura in Parlamento. Come abbiamo fatto per la legge di abolizione del voto alle Province e per il bilancio, si apre al contributo di tutti, anche dell’opposizione”.

Intanto, però, più che all’opposizione, bisognerà guardare agli alleati più stretti. Con i quali sono ancora da allontanare dubbi e incomprensioni. È il caso del Pd, dove alcune anime sono in aperto conflitto col Megafono, il movimento del governatore. Fino a ieri, l’ultima “stoccata” di Crisafulli a Lumia: “Appartiene al Megafono, non si occupi del Pd”.

“L’asse Pd-Megafono e Udc – l’analisi di Crocetta – ha funzionato, lo dicono i numeri. Basta andare a verificare città per città. Il valore di quest’asse è notevole, è una risorsa”. Un commento anche sul modesto risultato del Movimento cinque stelle, fino a poco tempo fa protagonista, insieme al governatore del cosiddetto “Modello sicilia”. “Alle comunali i cinquestelle – spiega Crocetta – pagano responsabilità nazionali, ma in Sicilia funziona il rapporto che hanno con me e con il governo che fa le riforme. Mi sarebbe piaciuto un loro coinvolgimento più ampio, ma rispetto il percorso e l’autonomia del Movimento. Con loro il confronto rimane serrato sulle riforme e le proposte di legge e il risultato delle amministrativa non cambia la mia impostazione”.

E le riforme, passano ovviamente da un confronto col governo nazionale. Proprio ieri, Crocetta ha incontrato il premier Enrico Letta: “Con lui – racconta – ho parlato della riforma delle Province: ci sono aspetti delicati che stiamo affrontando, come i fondi destinati finora agli enti e il futuro del personale, perché nessun posto di lavoro deve essere a rischio. C’é un comitato di saggi già al lavoro sul testo, spero che i tempi siano rispettati anche in Assemblea e che diventi legge entro dicembre di quest’anno, come stabilito”.

Infine, una replica all’articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera nel quale viene raccontata la storia dei 167 consiglieri “abusivi” a causa del mancato recepimento della Regione della norma che decide il dimagrimento dei Consigli comunali. “E’ facile – la risposta di Crocetta – criticare sui giornali, la Sicilia ha già fatto tanto in otto mesi di governo. Siamo gli unici per esempio ad avere abolito le Province, il resto dell’Italia ancora non l’ha fatto: eppure, c’é sempre qualcosa in più che la Sicilia deve fare. Non basta mai, ci lascino in pace per favore, ci facciano lavorare”. Il governatore assicura che “presto ci sarà un progetto organico di riforma degli enti locali, che inciderà anche sul numero dei consiglieri”, ma “certamente questo governo non poteva intervenire in corso d’opera e in tempi così stretti; abbiamo introdotto la doppia preferenza di genere e abbiamo scelto di cominciare con la riforma delle Province, abolendo le elezioni di primo livello e sostituendole con i liberi consorzi. Forse il precedente governo avrebbe potuto recepire la norma nazionale sugli enti locali, non l’ha fatto e io – conclude – mi sono dato delle priorità, anche perché l’ultima tornata delle amministrative ha riguardato una parte dei comuni siciliani, 142”.


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