Crocetta liquida Sviluppo Italia | E per farlo nomina l'ex presidente - Live Sicilia

Crocetta liquida Sviluppo Italia | E per farlo nomina l’ex presidente

Dopo 15 anni chiude l'azienda del “prestito d'onore”. Il liquidatore sarà proprio Carmelina Volpe. La vicenda sbarca all'Ars.

PALERMO – Nessuna sorpresa. Crocetta ha deciso di liquidare Sviluppo Italia Sicilia. La decisione è stata presa nel corso dell’Assemblea dei soci che si è svolta questo pomeriggio. A dire il vero, una “sorpresina” il governo l’ha riservata a lavoratori ed ex consiglieri di amministrazione: il commissario liquidatore, infatti, scelto dalla Regione  è… Carmelina Volpe. Ovvero l’ex presidente dell’azienda, dimessosi pochi giorni fa. Anche a seguito delle forti critiche sulla gestione della società avanzate da sindacati, lavoratori e dallo stesso consiglio di amministrazione.

Con la liquidazione decisa oggi dal socio unico Regione siciliana, si avvia a conclusione la breve ma intensa storia di Sviluppo Italia Sicilia. La società partecipata dalla Regione aveva visto la luce nel 2001 e all’epoca faceva capo direttamente a Sviluppo Italia, e quindi al ministero del Tesoro. Per anni, Sviluppo Italia Sicilia si è occupata della gestione delle misure nazionali sulla creazione d’impresa, come il prestito d’onore, che hanno permesso la nascita nell’Isola di 17mila imprese con la creazione di circa 79mila posti di lavoro. Tra le imprese beneficiarie delle misure gestite da Sviluppo Italia Sicilia anche Mosaicoon, la start up palermitana che fu visitata da Matteo Renzi in occasione del suo primo viaggio nel capoluogo siciliano da premier. Nel 2008 il cambio di proprietà: Sviluppo Italia Sicilia viene acquistata dalla Regione ed esce dall’orbita statale. Governatore all’epoca è Totò Cuffaro. Nel frattempo, la società allargava le sue competenze al sostegno e all’attrazione degli investimenti e all’assistenza tecnica alla pubblica amministrazione. In cui i dipendenti di Sviluppo Italia Sicilia sono ancora impegnati. La società inoltre ha un incubatore dì impresa a Catania e ne gestisce un altro a Messina. Ai vertici un lungo elenco di manager. Cleo Li Calzi è stata l’ultima prima di Carmelina Volpe, ultimo presidente e ora commissaria. In precedenza, nell’era Lombardo sono stati presidenti tra gli altri l’ambasciatore Umberto Vattani e Marco Belluardo. Amministratore è stato per molti anni Vincenzo Paradiso, divenuto direttore e poi uscito di scena nell’era Crocetta.

Un’era contraddistinta dalla confusione. Da speranze di rilancio naufragate periodicamente nel corso di questi tre anni, fino all’epilogo di oggi. Eppure, era stato lo stesso governo Crocetta, pochi mesi fa, ha considerare strategica la società in occasione dell’ultimo piano di riordino delle partecipate. Ma la situazione economica dell’azienda è andata man mano peggiorando. “Da quando la società è passata in mano alla Regione ha solo prodotto debiti”, denunciavano i sindacati pochi giorni fa. E del resto, l’azienda che avrebbe dovuto vivere grazie alle commesse della Regione, non ha quasi mai ricevuto incarichi tali da consentire la sopravvivenza. Nonostante le ultime finanziarie e persino le delibere di giunta di questo governo avessero apparentemente scelto Sviluppo Italia Sicilia per lo svolgimento di alcune attività. È il caso di una delibera del 2014 che prevedeva l’assegnazione all’azienda della gestione del programma Garanzia giovani. Con relativa “commessa” regionale. “Basta con gli esterni – erano stati, anche in quei giorni, gli annunci del presidente – la Regione si avvarrà di una società regionale”. Cosa che invece non è mai avvenuta. L’assessorato al Lavoro, invece, ha scelto di rivolgersi altrove. Anche stavolta. Togliendo l’ossigeno a Sviluppo Italia Sicilia. Che Crocetta ha sciolto, mettendo in bilico il destino dei 75 lavoratori e rimettendo l’azienda nelle mani di chi l’aveva guidata fino a una settimana fa.

“Il socio regione – il commento dell’ormai ex consigliere di amministrazione Andrea Vincenti – ha confermato i timori del consiglio di amministrazione, a più riprese palesati nel corso dell’ultimo anno, di una assenza di volontà politica da parte del governo regionale di reale rilancio dell’azienda. Il mio pensiero – aggiunge –  va ovviamente ai tanti lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia che hanno sempre riposto grande fiducia nelle capacità della società di rendere un servizio realmente di supporto alla macchina regionale”.

*Aggiornamento ore 20.08
“L’incontro in commissione Bilancio con l’assessore Baccei e i dirigenti regionali su Sviluppo Italia Sicilia, in programma per domani, era stato convocato nei giorni scorsi. Domani qualcuno dovrà spiegare la decisione dell’assemblea dei soci di porre la società in liquidazione. C’è una ragione in più per affrontare la discussione. La commissione Bilancio si era impegnata per trovare risorse e consentire il proseguo delle attività anche per Sviluppo Italia Sicilia. Non si capisce perché siano stati adottati due pesi e due misure”. Lo dice il presidente della commissione Bilancio dell’Ars Vincenzo Vinciullo, dopo la decisione dell’assemblea dei soci di Sviluppo Italia Sicilia, la partecipata con socio unico la Regione siciliana, che oggi pomeriggio ha deciso di porre in liquidazione la società. Nei giorni scorsi, la commissione Bilancio dell’Ars aveva convocato un’audizione sulla vertenza dei 75 dipendenti della partecipata da nove mesi senza stipendio.


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