Crocetta si arrende e "ricopia" | Province, come si cambia - Live Sicilia

Crocetta si arrende e “ricopia” | Province, come si cambia

Dopo l'impugnativa di Palazzo Chigi il governo regionale decide di riscrivere la legge approvata in estate, accogliendo tutti i rilievi del Consiglio dei ministri e recependo quasi interamente la norma nazionale. Salta la data del 29 novembre, scompaiono le indennità, anche Orlando e Bianco potranno essere eletti.

Il provvedimento in giunta
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PALERMO – Salta la data del 29 novembre, anche Orlando e Bianco potranno candidarsi alla guida delle Città metropolitane, e intanto i commissari potrebbero restare in carica fino al giugno del 2016. Crocetta si è arreso. E riscriverà quasi da capo l’epocale riforma delle Province, dopo le severe bacchettate del Consiglio dei ministri che ha già impugnato la legge regionale. Una impugnativa che, però, lasciava un margine: se il governo siciliano avesse riscritto la norma, seguendo le indicazioni di Palazzo Chigi, il ricorso alla Corte costituzionale sarebbe stato ritirato. E il governatore si è messo sull’attenti. E ha, di fatto, buttato nel cestino buona parte della norma esitata da Sala d’Ercole a fine luglio nell’entusiamo generale. Nonostante il ritardo fosse già clamoroso.

Ma come detto, l’apparizione della legge regionale in Gazzetta ufficiale non è stata l’ultima puntata di una storia ormai grottesca. La legge va riscritta. Oggi la giunta approverà il nuovo ddl che andrà prima in Commissione affari istituzionali all’Ars, quindi in Aula. E a quel punto, se non ci saranno troppi cambiamenti, quella che uscirà definitvamente dal parlamento non potrà più essere definita una riforma di Crocetta, ma una specie di “legge Delrio alla siciliana”.

Il nuovo ddl come detto è approdato oggi in giunta. E demolisce quasi tutti gli articoli, e certamente quelli più importanti, della legge regionale entrata in vigore il 4 agosto del 2015. Intanto, da quella riforma scompare un organismo tutto siciliano: l’Adunanza elettorale. Si chiamerà “Consiglio” del Libero consorzio e della città metropolitana, come previsto dalla Delrio.

Il presidente del Libero consorzio, così come quello della Città metropolitana verrà eletto attraverso il cosiddetto “voto ponderato”: il “peso” del voto di un sindaco dovrà essere proporzionale alla popolazione del Comune che è guidato da quel primo cittadino. I criteri per l’utilizzo della preferenza ponderata sono stati ricopiati direttamente dalla Delrio, al quale il ddl farà esplicito riferimento.

Si dovrà poi pensare nuovamente alla data delle elezioni. Quella prevista e già apparsa in Gazzetta ufficiale verrà sostituita da un’altra, da decidere ovviamente in un secondo momento. Il disegno di legge esitato dalla giunta, infatti, sopprime il passaggio che prevedeva, in prima applicazione, l’elezione in una data compresa tra il primo ottobre e il 30 novembre. E anche l’indizione delle elezioni, prevista dalla legge regionale 45 giorni dopo la pubblicazione in Gurs di quella stesa legge, andrà ripetuta. E – si legge nel “nuovo” ddl – una data esatta non c’è. Si spiega solo che i comizi elettorali dovranno essere indetti almeno “45 giorni prima delle elezioni”. Soppressa anche la norma che avrebbe impedito a Leoluca Orlando e Enzo Bianco di concorrere all’elezione per la guida dei nuovi enti. Scompare, insomma, il divieto di candidatura per quei sindaci “il cui mandato scada non prima di diciotto mesi dalla data di svolgimento delle elezioni”.

Per il momento però restano i commissari. E le incertezze sull’iter di questa legge sono confermate anche dalla nuova proroga delle gestioni commissariali che per legge non avrebbero potuto superare la data del 31 dicembre del 2015 e che invece portanno essere prolungate fino al giugno del 2016. Cioè più di tre anni dopo l’annuncio del governatore: “Abbiamo abolito le Province”.

Scompare anche l’elezione dei componenti della “giunta” dei Consorzi e delle aree metropolitane. Sarà il presidente dell’ente a nominare i membri dell’organo esecutivo, scelti tra i consiglieri dell’ente. Inserito un articolo che precisa la composizione dell’Assemblea del Libero consorzio e la Conferenza metropolitana: verranno composte dai sindaci dei comuni appartenenti all’ente. Gli enti rimarranno in carica quattro anni. La durata del mandato infatti non era stata nemmeno prevista nella legge regionale.

Sono soppressi anche i commi che prevedevano l’attribuzione ai Liberi consorzi o alle città metropolitane di funzioni che, secondo Palazzo Chigi, erano di esclusiva competenza statale. Scompare, quindi, la possibilità che i Comuni potessero gestire il sistema dei rifiuti o che i nuovi enti si possano occupare di tutela ambientale. Il governo della “rivoluzione”, poi, è stato costretto a tornare indietro su un’altra norma, facendosi bacchettare da Palazzo Chigi anche sul piano delle indennità. La legge varata dal governo Crocetta e dall’Ars, infatti, prevedeva un bonus per i sindaci che andranno a guidare i Corsorzi (mentre nelle altre Regioni la carica sarà svolta a titolo gratuito). Anche questo comma dovrà essere cancellato. E le cariche dovranno essere svolte a titolo gratuito. Come prevede la legge Delrio: la vera riforma delle Province siciliane.


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