CATANIA – “Questa non è la democrazia cristiana di Totò Cuffaro, è la vostra Democrazia cristiana e io so che questo partito funzionerà”. Totò Cuffaro abbraccia il popolo della Democrazia cristiana al congresso di Catania, ricorda Beppe Spampinato, scomparso da pochi giorni, tra gli applausi della sala. Una sala gremita, tra amministratori, simpatizzanti e volti noti. Ex autonomisti, ex esponenti di Fratelli d’Italia e della Lega si ritrovano tutti attorno allla Nuova Dc. In sala anche l’assessore alle Autonomie Locali Andrea Messina.
Il discorso di Cuffaro
“Non si può investire solo sulle persone, bisogna farlo anche sulle istituzioni. Siamo democristiani perché siamo convinti che per noi la politica è una scelta di dimensione democratica”. Cuffaro è un fiume in piena, ricorda che in tutta la provincia sono in corso altri congressi, come a San Michele di Ganzaria “con 200 persone riunite”. “È un partito plurale – aggiunge – siamo democratici e non siamo populisti, siamo popolari, perché Sturzo era popolare e crediamo che la partecipazione popolare debba essere scevra da posizioni strumentali. Nel nostro Paese ci sono tante posizioni populiste e sovraniste, ma quando la posizione populista raggiunge il 40% diventa una patologia del sistema democratico”.
Le istituzioni secondo Cuffaro
“Noi abbiamo il culto delle istituzioni, vanno salguardate anche a discapito del nostro partito. Prima vengono le istituzioni e poi il partito. Siamo democristiani perché abbiamo il primato della parola e del dialogo”. Poi Cuffaro pensa alle grane giudiziarie del passato e rilancia: “Non siamo solo contro la mafia, siamo per l’ostinata fiducia nella giustizia e il rispetto della giustizia non è solo un dovere. Credere nella giustizia è prima ancora un diritto e noi scegliamo di rispettare la giustizia per diritto e lo facciamo anche quando la giustizia ci graffia le carni”.
“Io chiedo scusa”
Poi sorprende la platea. “Io sono stato uno dei principali scambiatori di prebende – dice l’ex presidente della Regione – ma io non sono un buon esempio per voi. Anzi vi dico che se volete essere dei buoni democristiani fate esattamente il contrario di quello che ho fatto io”. E ancora: “Con la stessa umiltà vi dico che ho pagato i miei conti con la giustizia e non ho il diritto di lamentarmi. Devo dirvi che non paga più la politica dello scambio, della prebenda, avremmo dovuto prendere il 30% per tutti i posti che ho distriubuito. La politica è cambiata, la gente si adegua. Prebende e scambi elettorali non pagano”.
Cuffaro pensa anche al futuro: “Abbiamo fatto un risultato spiegando alla gente che la politica è passione e scelta ideale. Noi non abbiamo nostalgia del passato. Una cosa è avere nostalgia, un’altra è avere il coraggio di difendere la propria storia per costruire il futuro. C’è chi non crede che la Democrazia cristiana possa tornare a essere protagonista e invece già lo è”.