“No, dalla Dc non ho ricevuto nulla, qualche seguace locale mi ha mandato dei messaggi”. Così l’onorevole Margherita La Rocca Ruvolo risponde ad Antonio Condorelli in una intervista sul nostro giornale. La domanda era – dopo gli insulti di Cuffaro, appresi dalle intercettazioni della nota inchiesta – ha ricevuto la solidarietà delle donne della Dc per le offese a una donna? No.
Un’assenza che fa riflettere. Sarebbe stata auspicabile una presa di posizione pubblica e unanime da parte delle ‘quote rose’, soprattutto quelle ‘di spicco’, della Democrazia cristiana, nei confronti del loro segretario dimissionario. E di tutti. Sarebbe bastato dire qualcosa come: aspettiamo gli esiti dell’inchiesta. Intanto, da donne libere, stigmatizziamo quel brutale affondo sessista ed esprimiamo solidarietà.
Nessuno, fino a prova contraria, contesta la buonafede rivendicata. Però, all’emersione di certi particolari, si impongono delle scelte. Ecco, sarebbe stato legittimo aspettarsi un distanziamento da quel linguaggio rozzo da caporale di giornata del maschilismo.
Invece, non è accaduto. Il silenzio ha sommerso la Dc, mentre altre donne e altri uomini sono giustamente intervenuti. Ma la sacrosanta lotta per la parità e per la dignità dovrebbe essere un patrimonio di tutti e non un interruttore che si accende e si spegne, secondo convenienza.
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