Sui Cup, i centri unici per le prenotazioni delle prestazioni sanitarie, sono in molti a volerci vedere chiaro. Mentre la sanità cerca ancora di riorganizzarsi e dai sindacati dei camici bianchi più volte sono arrivate dure critiche sui tempi delle liste d’attesa per fare un esame in Sicilia, dopo l’interrogazione presentata ieri dal Pdl, si scopre che un’altra richiesta di chiarimenti era partita da sala d’Ercole, questa volta dal deputato pidino Giovanni Barbagallo (nella foto).
Già nel febbraio del 2011, infatti, Barbagallo chiedeva all’assessorato alla Salute come mai i Cup non fossero ancora partiti, dato che “il piano di rientro – si legge nell’interrogazione – prevede che l’Assessorato alla salute avrebbe dovuto presentare il progetto entro il mese di settembre 2007”.
Ma c’è di più: Barbagallo, infatti, segnalava già a inizio anno che nel febbraio 2008 il Ministero della Salute aveva approvato un centro unico di prenotazioni perfettamente funzionante all’Asp di Ragusa. “Tale iniziativa – sottolineava il deputato – è stata inspiegabilmente accantonata dall’Assessorato regionale della Salute”.
Secondo l’interrogazione, è stata individuata una nuova Asp, quella di Trapani, come azienda pilota per la realizzazione del Cup regionale. Per questi motivi, Barbagallo chiedeva già allora se fossero stati conferiti incarichi a pagamento a soggetti esterni all’amministrazione regionale, le ragioni dei notevolissimi ritardi accumulati, quali fossero stati i criteri di scelta dell’Asp di Trapani e per quali motivi non si fosse tenuto conto della positiva esperienza dell’azienda aretusea.
Vista la scadenza al settembre 2007, infatti, l’allora assessore Lagalla chiese la collaborazione dell’azienda di Ragusa, dove era già funzionante il Cup integrato territorio-ospedale, cioè un centro unico di prenotazioni per le prestazioni territoriali offerte dall’azienda provinciale. Il sistema era già collaudato e addirittura tutte le farmacie della provincia di Ragusa, erano collegate e potevano prenotare le prestazioni con la presentazione da parte del cittadino della ricetta di prescrizione. Inoltre era stato attivato un sistema di sms o di chiamata all’utenza per ricordare la visita o l’esame, per azzerare il fenomeno delle prestazioni prenotate ma non fornite per dimenticanza dell’utente che non si presentava. Il progetto, tra l’altro, era stato realizzato a costo zero e il Ministero della Salute lo approvò a febbraio 2008.
A giugno dello stesso anno, l’allora direttore generale Maria Antonietta Bullara chiedeva ai responsabili di Sicilia e-Innovazione e Sicilia e-Servizi di fornire le motivazioni che avevano determinato “la decisione di vanificare, di fatto, il progetto di massima già definito e senza alcun onere da questa amministrazione con gli esperti dell’Ausl 7”.
Intanto quell’esperienza è stata accantonata, mentre la strada per arrivare a snellire le liste d’attesa è ancora lunga. Dallo scorso febbraio, data dell’interrogazione di Barbagallo, non è mai arrivata risposta dall’assessorato. Anzi, dagli uffici di palazzo dei Normanni fanno sapere che l’unica notizia che si ha, risale a marzo, quando con una nota Raffaele Lombardo delegò Massimo Russo di rispondere ai chiarimenti chiesti dal deputato.