CALTAGIRONE – “Da Giacomo Bongiovanni a Giovanni Verga. Le radici del Verismo” è il titolo della proiezione di documentari storici su Giovanni Verga che si terrà sabato 12 gennaio, alle 17, al Museo regionale della ceramica. L’iniziativa è realizzata su iniziativa della Galleria fotografica “Luigi Ghirri”, dell’assessorato regionale ai Beni culturali e all’identità siciliana, del Servizio turistico regionale con sede a Caltagirone, del Museo regionale della ceramica e dell’assessorato ai Beni culturali del Comune di Caltagirone.
Ai saluti istituzionali del direttore del museo, Giovanni Patti, del sindaco Nicola Bonanno e del direttore della “Ghirri”, Sebastiano Favitta, seguiranno le relazioni dello scrittore Domenico Seminerio e dello storico e critico del cinema, Sebastiano Gesù. Sarà poi la volta della proiezione dei documentari: “Da qui passarono i loro sogni. Via dei poeti – Giovanni Verga”, regia di Alessandro Brissoni, e “La terra di Giovanni Verga”, per la regia di Ugo Saitta. L’evento – curatori Sebastiano Favitta e Attilio Gerbino – aiuta a scoprire la sottile trama che lega il grande scrittore siciliano con la più nobile tradizione ceramica calatina: qeulla delle botteghe di Giacomo Bongiovanni e del nipote Giuseppe Vaccaro.
“Un presepe con le figurine di Giacomo Bongiovanni e Giuseppe Vaccaro – scrive nella presentazione Seminerio -, montato nel Museo regionale della ceramica; una mostra di fotografie scattate da Giovanni Verga, presso la Galleria Fotografica Luigi Ghirri; il documentario <Da qui passarono i loro sogni. Via dei poeti – Giovanni Verga>, girato dalla Rai nel 1956, mandato in onda una sola volta e praticamente sconosciuto e, ancora, un documentario inedito del regista Ugo Saitta: sono questi gli elementi che concorrono alla realizzazione di questo incontro culturale che intende riaprire la discussione sul Verismo, la corrente artistico – letteraria germinata nella nostra terra e che ha dato esiti altissimi nel campo dell’arte. Una rivisitazione e, quasi, una scommessa: la riscoperta in quest’angolo di Sicilia delle radici del Verismo, che parte da Bongiovanni e Vaccaro, si sviluppa con Verga e Capuana e continua, pur con qualche inserto fantastico, nelle opere letterarie di Bonaviri e Pasqualino e nella grande stagione del neorealismo cinematografico. Riscoprire le radici del Verismo – aggiunge Seminerio – vuol dire riappropriarsi d’una filosofia di vita elaborata nei millenni, ritrovare una collocazione definita e riconoscibile nella mutevolezza incessante del mondo, riconoscere il passato per capire il presente e costruire il futuro su basi più concrete e vere, al di là delle mode, degli effimeri slanci, delle scimmiottature di comodo, della massificazione omologante. Un’occasione, anche, per cominciare a ragionare su ciò che è possibile fare partendo proprio dalla terra, di ciò che è veramente nostro e non imitabile in tempi di selvaggia globalizzazione e di cineserie senz’anima”.