CALTAGIRONE (CATANIA) – I Carabinieri hanno bloccato il presunto autore dell’omicidio di Raffaele Maruca, il 63enne trovato senza vita martedì 10 giugno nella sua abitazione in Contrada Noce. L’uomo fermato è Corrado Rametta, 54enne. Il fermo è avvenuto ad Avola, dove Rametta è residente, dopo una complessa attività investigativa che ha permesso di raccogliere gravi elementi indiziari a carico dell’uomo.
Il tragico ritrovamento a Caltagirone
La vicenda ha preso il via martedì 10 giugno, quando i familiari hanno rinvenuto il corpo senza vita di Raffaele Maruca. Inizialmente, data la presenza di una ferita evidente, si era pensato a un incidente domestico. Tuttavia, i primi accertamenti effettuati dalla Polizia Municipale di Caltagirone hanno evidenziato delle anomalie, suggerendo un evento di natura violenta. Per questo motivo, il Comandante del Corpo ha prontamente richiesto l’intervento dei Carabinieri e ha trasmesso una prima comunicazione di reato all’Autorità Giudiziaria.
Giunti sul posto, i Carabinieri della Compagnia di Caltagirone, d’intesa con la Procura, hanno ritenuto opportuno svolgere ulteriori approfondimenti, ipotizzando un omicidio. È stato così richiesto l’ausilio dei militari specializzati del Nucleo Investigativo di Catania, che ha inviato la Sezione Investigazioni Scientifiche (S.I.S.).
Questi ultimi, insieme al medico legale incaricato dalla Procura della Repubblica di Caltagirone, hanno effettuato i rilievi sulla scena del crimine, accertando che l’uomo era deceduto a causa di tre colpi d’arma da fuoco calibro 7,65, due dei quali al petto e uno all’inguine.
Le indagini e la confessione
Accertate le modalità del decesso i Carabinieri hanno avviato un’articolata attività investigativa per risalire all’autore del delitto. Le indagini si sono sviluppate attraverso un accurato incrocio di dati, acquisendo testimonianze e analizzando i filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza della zona. L’operazione, condotta senza soluzione di continuità per tutta la notte e in totale sinergia tra i vari Reparti coinvolti, ha permesso di individuare in poche ore il presunto autore, Corrado Rametta.
Alla luce dei gravi elementi indiziari a carico del sospettato, sono stati coinvolti i Carabinieri della Compagnia di Noto, territorialmente competenti sul comune di Avola, che hanno fatto scattare un’intensa e capillare attività di ricerca. L’osmosi operativa tra i Reparti investigativi e l’Arma territoriale ha consentito di rintracciare e bloccare Rametta in tempi estremamente rapidi.
Durante il blitz, neutralizzata ogni possibile reazione, l’uomo ha consegnato spontaneamente ai Carabinieri una pistola con cinque colpi nel caricatore, illegalmente detenuta. Ha inoltre riferito di essersi cambiato subito dopo il delitto, indicando un terreno adiacente al campo sportivo come luogo in cui aveva occultato gli abiti sporchi di sangue, che sono stati immediatamente recuperati.
Il movente: rancori legati a una vendita immobiliare
La ricostruzione degli eventi ha fatto emergere anche il movente dell’omicidio, che sarebbe maturato in seno a dissapori relativi a una vendita immobiliare. L’indagato, Rametta, avrebbe nutrito profondi rancori nei confronti del cognato della vittima, il quale si era aggiudicato all’asta una casa precedentemente pignorata proprio a Rametta.
In preda a sentimenti di rivalsa e vendetta, l’uomo avrebbe attuato l’azione delittuosa, andando poi a rifugiarsi all’interno dell’abitazione oggetto del contendere. Sono ancora in corso verifiche per stabilire se si sia trattato di una vendetta trasversale o di un tragico errore di persona.
Il quadro indiziario a carico di Rametta ha consentito ai Carabinieri di procedere al fermo dell’indiziato di delitto per omicidio aggravato. Ferma restando la presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva di condanna, l’uomo è stato ristretto in carcere su disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
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