Ci risiamo. Quello che ogni cittadino non vorrebbe accadesse è successo ancora. Palermo è di nuovo sotto attacco e il nemico è dei peggiori, la spazzatura. Cassonetti strapieni, marciapiedi sommersi dai rifiuti, topi che sguazzano, il cattivo odore che si diffonde per le strade. Ecco gli ingredienti che ogni abitante della nostra città è costretto suo malgrado a sopportare in questi giorni. E non è una novità, non è la prima volta. Che sia la mancanza di mezzi, gli scioperi o altro da circa un anno a questa parte il risultato è ciclicamente lo stesso, rifiuti ovunque.
Palermo come Napoli?
Già alcuni mesi fa era dovuto intervenire il Commissario straordinario per le emergenze Guido Bertolaso. L’incubo è di fare la stessa fine di Napoli e della Campania. Come sempre ad essere maggiormente colpite sono le zone periferiche della città, da Brancaccio a Borgonuovo, da Partanna Mondello a Falsomiele. Ma non ci si ferma qui, basti pensare a zone come viale Strasburgo o via Delle Alpi in cui il problema è identico. Anche in Viale delle Scienze i rifiuti si sono accumulati, ed è difficile pensare a qualcosa di più degradante per una città, dei suoi studenti costretti ad andare a scuola o all’università in mezzo alla spazzatura. Ci si chiede come si possa fare a ridursi così. La risposta ha provato a darla ieri il Presidente dell’ Amia Gaetano Lo Cicero: “Sono in carica da un anno e a differenza dei miei predecessori devo stare attento a mantenere in ordine i conti. Non posso lasciare buchi enormi nel bilancio come è stato fatto
nelle gestioni precedenti.”
I sindacati: “Scarsa manutenzione e mezzi logori”
Non è quello che pensa un sindacalista dell’AMIA che preferisce rimanere anonimo ma pronto a raccontare i segreti dell’azienda. Spiega come la gestione di Gaetano Lo Cicero non abbia risollevato in alcun modo le sorti della società. Il Presidente infatti avrebbe chiuso le officine interne per affidare i lavori di manutenzione a ditte esterne.
Una decisione, secondo il sindacalista, azzardata, che mette in un angolo gente preparata e capace per far emergere quei raccomandati interessati solo a riempire le proprie tasche e non al bene dell’azienda. La causa principale dell’invasione dei rifiuti in città è l’insufficienza dei mezzi.
Attualmente gli autocompattatori a disposizione sono trenta, dovrebbero essere almeno cinquanta. E questi trenta sono considerati vecchi, nonostante l’acquisto risalga solo a 13 anni fa. I motivi sono due: prima di tutto mancano cura e attenzione per il mantenimento dei mezzi in dotazione da parte di autisti e impiegati. Secondo, nel corso del tempo sono stati utilizzati pezzi di camion e autocompattatori nuovi per riparare i mezzi guasti. Risultato, una città soffocata dal cattivo odore e dalla sporcizia, dove l’esasperazione porta la gente ad appiccare roghi nella notte, a distruggere cassonetti e infestare vie intere di fumi tossici, con la speranza che qualcosa si muova.
L’immondizia tra le ruote
Non solo, i rifiuti sparsi su strade e marciapiedi costituiscono un pericolo anche per i motociclisti. Un esempio recente risale a martedì sera, quando all’incrocio tra via di Giorni e viale regione siciliana, il centauro Gianluca C., ha perso l’equilibrio per evitare un cumulo di spazzatura ed è ancora ricoverato al Policlinico in prognosi riservata.
La situazione, dunque, è davvero allarmante. Sarebbe necessario un intervento immediato, ma almeno fino a dicembre non sembra che ci siano le condizioni per risolvere i problemi, cosa che potrà avvenire solo mediante l’aumento del contratto di servizio con il Comune, previsto per il prossimo anno.
E mentre la protezione civile ha proclamato lo stato di allerta per il maltempo dei prossimi giorni, si spera che pioggia e vento non creino ulteriori danni a Bellolampo e in tutte le altre discariche a cielo aperto.
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