PALERMO – Li chiamano corsi e ricorsi storici ma a volte nel calcio la provvidenza sembra metterci più e più volte lo zampino quasi di proposito. Per il Palermo la gara di domenica contro la Fiorentina nello specifico riporterà alla mente dei tifosi rosanero un avvenimento accaduto, nemmeno tanto tempo fa, che vide proprio i viola ergersi a giudici della permanenza in serie A dei siciliani, un po’ come potrebbe plausibilmente accadere al ‘Barbera’ quando al termine del campionato mancano cinque giornate con Nestorovski e compagni ormai rassegnati con un -13 impossibile da recuperare all’Empoli quartultimo. In quel precedente era il 12 maggio del 2013 penultima giornata del campionato all’Artemio Franchi, con i viola dell’attuale tecnico del Milan Vincenzo Montella si presentava però un Palermo decisamente diverso rispetto a quello spento e nettamente inadeguato alla massima serie.
Quei rosanero, tornati nelle mani di Sannino dopo un inverno da incubo fra Gasperini e Malesani, aveva infatti in quel modo riaperto i giochi per la salvezza nelle ultime giornate inseguendo il Genoa e riuscendo a battere in casa Roma e Inter, posto poi incappare in black out con il Bologna e l’Udinese (decisivi gli errori fra i pali di Sorrentino e Ujkani, ndr). La sfida contro la Fiorentina in trasferta contro l’ex amato-odiato Luca Toni dunque risultava a conti fatti decisiva per crederci ancora fino agli ultimi 90’ contro il Parma. Nonostante una gara generosa però, con un Miccoli ormai sulla via del tramonto e un Paulo Dybala che stava ancora prendendo le misure al nostro campionato, fu dunque proprio l’attaccante che lasciò il rosanero, dopo lo storico ritorno in serie A, a punire per la prima volta quei colori che per anni lo tormentarono sia con le maglie di altri club che con quella della Nazionale maggiore.
Quel gol al 41’ che spense definitivamente le velleità del Palermo, condannandolo alla serie B da cui proprio Toni era riuscito con i suoi 30 gol a farlo uscire, riportarono il club di viale del Fante indietro di nove anni costringendo la società a ripartire quasi da zero nella ricostruzione di una rosa degna di giocare la serie A (sappiamo bene poi con risultati più che positivi visto il campionato da protagonista vissuto in cadetteria con i vari Dybala, Vazquez e Belotti, ndr). Il filo conduttore con quell’annata da dimenticare e quella attuale potrebbe essere ancora una volta un grande ex transitato prima dalla Sicilia per finire poi in Toscana.
Josip Ilicic, che di quel Palermo guidato da Sannino incarnava l’ultimo talento a cui aggrapparsi, con le sue giocate tenne infatti a galla i rosanero proprio fino alla sfida clou con la Fiorentina (squadra in cui si sarebbe trasferito nella successiva sessione estiva). Adesso che da quella gara al ‘Franchi’ sono passati quattro anni, con lo sloveno divenuto nel frattempo uno degli uomini imprescindibili nel gioco del tecnico viola Paulo Sousa, Ilicic potrebbe dunque trasformarsi in giudice della seconda retrocessione in breve tempo della sua ex squadra. In fondo al ‘Barbera’ il trequartista già nella passata stagione fu implacabile con una doppietta nel suo vecchio stadio, non esultando in entrambe le reti, meritandosi la standing ovation da parte del pubblico del ‘Barbera’. Questa volta, in un impianto palermitano che sarà deserto, gli applausi lasceranno spazio al silenzio.