Da Palermo l'anatema contro il Gay Pride - Live Sicilia

Da Palermo l’anatema contro il Gay Pride

Nel giorno in cui prende il via la manifestazione dell'orgoglio omosessuale, presentata a Palermo la marcia per la famiglia del 26 giugno. Il consigliere Mpa, Angelo Figuccia: "E' come se andassi al mare e mi denudassi di fronte a donne e bambini". E intervengono i vescovi siciliani.

PRESENTATA LA MARCIA PER LA FAMIGLIA
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PALERMO – Una marcia per la famiglia che, dopo un convegno all’Ars, si muoverà fino alla Cattedrale di Palermo per la consegna di un messaggio all’arcivescovo Paolo Romeo. Eccolo l’anti Gay Pride, la manifestazione promossa da associazioni cristiane come il forum Vita, famiglia ed educazione, i Cristiani per la nazione del pastore evangelico (ed ex deputato) Sandro Oliveri e dell’Istituto per la famiglia che si terrà mercoledì 26 giugno. Una fiaccolata che dalle 17 si concentrerà di fronte l’Assemblea regionale con flash mob e animazioni per chiedere alla politica attenzione per la famiglia, grazie anche al sostegno dell’intergruppo parlamentare “Giovani energie” presieduto da Vincenzo Fugiccia, vice capogruppo dell’Mpa a Palazzo dei Normanni.

Un evento preceduto, quest’oggi, da una tavola rotonda a Palazzo delle Aquile introdotta dal padre di Vincenzo Figuccia, Angelo, che a Sala delle Lapidi è capogruppo degli autonomisti ma soprattutto simbolo dell’opposizione al registro delle unioni civili, approvato martedì sera con un voto trasversale, e che già ieri aveva tuonato dalle pagine di Livesicilia contro le unioni civili. Prese di posizione ribadite oggi, tra una citazione dei dieci comandamenti e un riferimento all’arca e a Noè “che Dio scelse come suo testimonial per il nuovo mondo”.

“Se noi critichiamo gli islamici per il burka – dice Angelo Figuccia – perché poi accettiamo che essere umani, che fanno tenerezza, si vestano da donne? E’ come se andassi al mare e mi denudassi di fronte a donne e bambini: sarei subito arrestato per atti osceni in luogo pubblico, così come lo sarebbero un ragazzo e una ragazza colti in intimità in una macchina. E perché invece non arrestano i travestiti?”.

Un’accorata invettiva che non è certo finita qui. “Dio non è stato tollerante con il suo popolo – ha continuato il consigliere – e lo ha ucciso, salvando solo Noè. Io non voglio il diluvio universale, non voglio il castigo di Dio, voglio salvarmi dalla depravazione. Ai nostri bambini manca il latte o il formaggio per la pasta e il Comune spende i soldi per il Gay Pride: è un’offesa all’umanità”. E se Francesco Brancato, presidente del centro di accoglienza don Pino Puglisi, tira in ballo direttamente Gesù Cristo (“Ha detto che si fa il più grande peccato scandalizzando i piccoli”), Oliveri arriva anche a paragonare Figuccia a “Saulo fulminato sulla via di Damasco”.

“Noi non abbiamo nulla contro gli omosessuali – precisa l’ex deputato – e con la nostra manifestazione vogliamo supportare la famiglia tradizionale sulla quale deve basarsi ogni società civile. Il registro sarà uno strumento utilizzato a sproposito dagli eterosessuali e la pensione di reversibilità rischia di creare squilibri ai conti dell’Inps. Noi siamo per dare a tutti i diritti, ma senza omologare, e alla parata del Gay Pride andrebbero arrestati tutti non perché omosessuali ma per le oscenità che si faranno. In Francia è nata Homovox, un’associazione che raccoglie la maggior parte degli omosessuali francesi che non vogliono il matrimonio gay perché lo considerano discriminante, sono gli attivisti Lgbt a essere estremisti”.

E infine c’è anche spazio per un attacco al sindaco Orlando. “Il registro è un’ingerenza degli enti locali in materie di competenza statale – dice Vincenzo Figuccia – Orlando si era impegnato a istituire la consulta delle famiglie, a creare un assessorato ad hoc, alle esenzioni Irpef, ad aiutare le famiglie numerose ma dopo un anno di tutto questo non c’è traccia”.

 


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