PALERMO – Dal pizzo ai cantieri edili a quello sul trasporto della frutta. Filippo Bisconti racconta di una mafia ancora capace di controllare il territorio.
Il neo collaboratore di giustizia nei suoi verbali, pubblicati nel numero del mensile S in edicola, ricostruisce una vicenda che lo ha visto contrapporsi a Giovanni Nicoletti, pezzo grosso della mafia del rione Cruillas: “… stavo facendo un edificio a Cruillas… e sono stato costretto a rivenderlo per evitare di avere e che fare con lui… si metteva di traverso perché pretendeva che dirigesse lui le compravendite per lucrare ancora di più… non c’è cantiere che si salva nella zona di Cruillas e le dico di più… aggiungo nella zona di Resuttana che include via Empedocle Restivo, via Emilia… nonostante non è di sua pertinenza ci manda a qualcuno non so a chi, sconfina”.
All’ex capo mandamento di Belmonte Mezzagno mostrano la foto di Michele Rubino, arrestato con l’accusa di essere un mafioso di Villabate (è imparentato con il boss Francesco Colletti, oggi pure lui pentito). “Michele Rubino, mi risulta uomo d’onore ritualmente presentatomi da Vasta o da Lo Gerfo – racconta Bisconti – credo che sia consuocero, il figlio ha sposato la figlia di Colletti… forse o viceversa, ma credo che sia così però gestisce un’impresa di trasporti anche se indirettamente al nome del figlio o del cognato e praticamente hanno il monopolio un po’ in tutta la provincia di Palermo, perché tutti quelli che affittano tramite loro poi o nel circondario devono filtrare da loro e quindi loro dicono chi caricare e chi non caricare…”.
Come funziona il meccanismo? “Praticamente in tutto il circondario, Villabate, Casteldaccia, Bagheria tutto il loro mandamento fino a Misilmeri praticamente tutti quelli che dovevano caricare si dovevano rivolgere a loro e loro decidevano chi caricare e chi non caricare, quelli che erano di loro comodo li facevano caricare, quelli che non erano di loro comodo o non pagavano loro, loro facevano di tutto per perdere tempo… e domani carichi… e sta settimana non c’è carico… perché tutte le cooperative dove si doveva caricare, le cooperative dei limoni, dei mandarmi, tipo il tardivo di Ciaculli, tutti questi qua, sanno benissimo che ricevere camion si devono rivolgere alle agenzie, in questo caso l’agenzia era chiaro che doveva riferirsi a loro… praticamente c’è una sorta di silenzio-assenso.. come dire o ti mangi sta minestra o ti butti dalla finestra, o accondiscendi o vai a cercarti il lavoro altrove… questa è una cosa che va avanti da 15 anni, 20 anni”.
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