PALERMO – “Dall’inchiesta Montante emerge un sistema di governo parallelo che influenzava il governo regionale. E temiamo che questo sistema abbia ancora oggi delle refluenze e degli addentellati nell’amministrazione regionale. Vogliamo capire fino a che punto è ancora così”. Il presidente della Commissione Antimafia dell’Ars, Claudio Fava, vuole andare fino in fondo a questa vicenda e in conferenza stampa a Palazzo dei Normanni annuncia una serie di audizioni con burocrati, politici, ex amministratori locali, giornalisti.
“Non ci sostituiremo alla magistratura, ma entro la fine dell’anno vogliamo un rapporto completo sul sistema che Montante aveva costruito in Sicilia”. “Siamo del parere che la Politica non possa abdicare al suo ruolo”, ha aggiunto, facendo riferimento all’articolo 3 della legge, approvata qualche mese fa dall’Ars, che ha modificato i compiti della Commissione Antimafia regionale, ampliandoli. “Non è solo una necessità, ma un nostro preciso dovere quello di indagare. Non dobbiamo limitarci ad essere buon notaio di quello che i magistrati ci consegnano”, dice ancora Claudio Fava.
Si comincia già oggi pomeriggio con l’audizione di Marco Romano, ex dirigente generale del Dipartimento delle Attività produttive. Tra i nomi che saranno ascoltati anche Vincenzo Vitale, Dario Cartabellotta, Maria Stassi, Giulio Cusumano, Dorotea Piazzi, Salvatore Pasqualetti, Linda Vancheri, Mariella Lo Bello, Alberto Pierobon, Gaetano Armao, Rosario Crocetta, Beppe Lumia. Saranno sentiti anche Alfonso Cicero, Marco Venturi e Mariagrazia Brandara. In lista per le audizioni all’Ars anche molti giornalisti, “alcuni perché hanno indagato e scritto del sistema Montante, altri perché hanno invece mostrato una certa benevolenza nei confronti del sistema Montante”.
Tra i giornalisti che hanno indagato sulle anomalie del sistema Montante offrendo spunti per l’istruttoria della Commissione, verranno ascoltati Attilio Bolzoni, Antonio Fraschilla, Gianpiero Casagni, Mario Barresi e Accursio Sabella. Altri verranno auditi sulla base di quanto appreso dalle carte dell’inchiesta: è il caso di Sandra Rizza e Giuseppe Lo Bianco, Giuseppe Sottile, Giorgio Mulè, Giovanni Pepi, Roberto Galullo, Giuseppe Martorana. Verrà ascoltato anche Giulio Francese, in qualità di presidente dell’Ordine dei giornalisti. A chi ha chiesto il motivo per cui nella lista dei cronisti che saranno auditi non figurano i nomi di altri giornalisti citati nell’informativa della polizia giudiziaria, su cui considerati gli omissis forse ci sono indagini in corso, Fava ha risposto: “È probabile che l’elenco si allargherà in corso d’opera. Si tratta soltanto di una prima lista di nomi, altri saranno individuati, convocati e sentiti in un secondo momento”, per arrivare appunto alla relazione che Fava vuole pronta entro fine anno.
“Non ascoltiamo queste persone come fossero indagati, ascoltiamo queste persone per capire quali processi distorsivi siano stati messi in atto, quali interessi sono stati tutelati, per capire in che modo ci si è distratti – ha spiegato Fava -. La commissione Antimafia si interroga e cerca ricostruire il sistema di distrazione della spesa pubblica: sono state sottratte alla gestione dell’amministrazione regionale delle somme e sono state affidate a luoghi non consoni”.
L’Antimafia, tra l’altro, si avvarrà del supporto come consulente a titolo gratuito dell’ex magistrato Gioacchino Natoli, in pensione da qualche mese. Claudio Fava ha proposto all’Assemblea regionale siciliana e al presidente Gianfranco Miccichè di mettere a disposizione della sala stampa le audizioni della Commissione Antimafia. “Se dovesse arrivare il benestare, già dalla prossima settimana si potrebbe operare in questo modo”, ha spiegato.