Se ci fosse il 'Catemoto'? I rimpianti di Musumeci e Fava

Se ci fosse il ‘Catemoto’? I rimpianti di Musumeci e Fava

E se accadesse che... Cosa resterebbe dei partiti?

In una chiacchierata con LiveSicilia.it, in cui Ismaele La Vardera, spiega il ‘Deluchismo’, c’è una frase che è un dettaglio rivelatore. “Noi abbiamo fatto una campagna chiara – dice l’ex iena – ci chiamavamo i Nello Boys, non a caso, Musumeci ha fatto tante cose sbagliate e sarebbe stato facile inchiodarlo alla sua responsabilità. Schifani è non pervenuto, è una scelta ancora più da regalo. Ha avuto tanti ruoli istituzionali. Cosa ha portato alla Sicilia? Cosa ricordiamo di Renato Schifani alla Sicilia? Il centrodestra ha fatto harakiri”. Da cui si deduce, nel ‘petto in fuori’ della propaganda, una sorta di sottotesto: Renato? Meglio di Nello, nel senso che è un osso che noi (loro) consideriamo meno duro.

Sarà vero, sarà falso? Inforchiamo per un momento gli occhiali dell’incubo ipotetico che toglie il sonno al centrodestra siciliano. Siamo al 26 settembre. Il ‘Catemoto’ è una realtà. Cateno De Luca, già sindaco di Messina, già spogliarellista a Palazzo dei normanni, per protesta, si intende, pianta il vessillo del suo ‘vaffa’ cucinato in casa su Palazzo d’Orleans. Un immaginario difficile da digerire per i centrodestri.

Tutti, immediatamente, rimpiangerebbero Nello Musumeci. Perché un presidente della Regione che scende di nuovo in campo è sempre più conosciuto di qualsiasi arcangelo calato dal cielo delle decisioni. Perché un governatore uscente ha una forza legittima di apparato che lo sostiene nel compito. Quanto sarebbe rimpianto Nello, se, per caso, si avverasse quello scenario che, nei sonni del centrodestra, punge davvero come il peggiore degli incubi?

Cambiamo inquadratura. Ventisei drammatico del centrosinistra. Ha vinto Schifani o ha vinto De Luca, poco importa. Vogliamo esagerare: Caterina Chinnici, candidata dei progressisti, si è piazzata terza o, addirittura, quarta. In questo caso, il rimpianto del centrosinistra si chiamerebbe Claudio Fava. Che, con i suoi Centopassi, ha partecipato alle primarie, le ha perse, continuando a sostenere lealmente la prescelta, dopo la diaspora grillina.

Qui non ci sono stati candidati discesi dal cielo degli arcangeli, ma democraticamente indicati. Eppure, proviamo a immaginare anche i pensieri di un elettore del centrosinistra, inanellandoli dopo i puntini di di sospensione… Non sarebbe stato meglio Claudio che, nel bene e nel male, viene da anni di impegno? Non sarebbe stato meglio Claudio che ha una ‘faccia da guerra’, adatta per l’occasione? Non sarebbe stato meglio Claudio che, almeno, è apparso più vicino alle cose di tutti i giorni? Un altro possibile rimpianto. Forse annunciato da una piazza vuota.

Se davvero spirasse forte il vento del ‘Catemoto’, non sappiamo quali sarebbero i cambiamenti per i siciliani, se nel meglio o nel peggio. Ma una cosa è certa: dei partiti che si sono presentati con la forza dei loro eserciti e la convinzione di chi si sente il più forte, resterebbero soprattutto macerie politiche. E acutissimi rimpianti. (Roberto Puglisi)


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