PALERMO – Una ventina di norme sono “saltate in aria” dopo l’esame delle commissioni di merito. E almeno altrettante sono ancora in bilico. Il cosiddetto “collegato”, una vera e propria Finanziaria-bis è arrivato oggi a Sala d’Ercole assai più leggero rispetto all’approdo nelle commissioni. Un testo che è il frutto anche di una serie di “stralci” alla finanziaria vera e propria, decisa nelle ore calde della manovra, dall’Assemblea regionale.
Aran “salvo”, Riscossione in bilico
Tutto e il contrario di tutto, insomma, era finito dentro quel testo. Che contiene norme assai controverse. Come quelle riguardanti la soppressione di enti regionali. Due in particolare: Riscossione Sicilia e Aran. Il primo, oggi, è guidato da Antonio Fiumefreddo che per mesi si è scontrato polemicamente, anche nel corso di una seduta della commissione bilancio, con i deputati dell’Ars che a loro volta lo hanno anche querelato. Il secondo, invece, vede come presidente Claudio Alongi, marito del potente Segretario generale Patrizia Monterosso. I due enti, per il momento, stanno seguendo un destino diverso. La norma che prevede la soppressione dell’Aran Sicilia infatti è stata stralciata, insieme alle altre riguardanti il personale regionale. Mentre quella che dispone la liquidazione di Riscossione Sicilia è stata confermata dalle commissioni di merito. Anche se a Palazzo dei Normanni sembra che in tanti abbiano cambiato idea sulla necessità di chiudere l’esattoria regionale.
Formazione, salta il paracadute per i lavoratori
Salta invece la norma che rappresentava una specie di garanzia per i lavoratori della Formazione professionale rimasti senza lavoro nel martoriato settore dei corsi. La norma prevedeva infatti l’obbligo per gli enti, in caso di nuove assunzioni, di attingere dall’albo unico dei lavoratori. Questa norma nel testo non c’è più. Così come scompare quella che prevedeva una specie di “sanatoria” per le spese di Irap dei gruppi parlamentari per posizioni pendenti da diversi anni. Stop anche alle ipotesi di stabilizzazione per il personale ex Italtel e Sirap. Bocciata la norma che prevedeva l’istituzione di una sezione della Corte dei conti dedicata agli enti regionali.
StralciatI gli articoli sul personale
Come detto, poi, sono state stralciate in blocco, così come deciso dalla Conferenza dei capigruppo, le norme riguardanti il personale pubblico. Se ne discuterà, eventualmente, in un disegno di legge autonomo. Tra questi articoli quello, assai discusso, che dovrebbe portare alla riforma della dirigenza. La norma oggi prevede una sorta di “promozione” dalla terza alla seconda fascia dirigenziale di 450 burocrati, scelti secondo criteri previsti dal ddl e relativi all’esperienza a capo di uffici di grosse dimensioni. Una promozione che non si tradurrebbe in un guadagno economico, ma che restringerebbe a quei 450 sugli oltre 1.600 dirigenti, la scelta per i ruoli di capodipartimento (dirigente generale). Stralciata anche la norma che prevede l’inquadramento nel Corpo forestale di alcuni soggetti che si occupano della gestione e della vigilanza delle riserve naturali che fanno capo alle ex Province.
L’appello di Ardizzone
Un appello al senso di responsabilità per assicurare la presenza in Aula dei deputati e consentire, quindi, un iter spedito per l’approvazione delle norme contenute nel collegato alla Finanziaria. Lo ha rivolto il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, ai capigruppo di maggioranza e opposizione, nel corso della seduta odierna a Sala d’Ercole, nella quale è stata avviata la discussione del disegno di legge.
Le norme in sospeso
Altre norme, invece, sono rimaste in sospeso. Le commissioni non hanno espresso infatti ne’ un parere positivo, ne’ negativo. Il presidente Ardizzone ha dato tempo fino al 27 giugno per esprimere questo parere. Tra questi articoli “in bilico”, quelli riguardanti il personale Eas, il trasporto pubblico locale e la rete ferroviaria, i contributi ai Comuni per il “Piano amianto” e la riqualificazione dell’Arpa come ente del Sistema sanitario regionale,
Restano le assunzioni e la “salvastipendi”
Approvate, per il momento, tante altre norme. Come quelle riguardanti il finanziamento a Irsap, la creazione di una pensione “integrativa” per gli ex dipendenti dei Consorzi Asi, i finanziamenti per i Consorzi universitari, la riduzione a un unico Ente per il diritto allo studio. Restano nel testo le norme sulle società partecipate, una specie di “spending review al contrario”: salterebbero infatti i limiti dei 50 mila euro per i presidenti dei cda e di 25 mila per i consiglieri delle società partecipate, cifre che dovevano subire un ulteriore taglio del 30 per cento. E invece, il nuovo testo prevede che quelle indennità saranno applicate “tenuto conto della diversa complessità organizzativa”. Tradotto: azienda grossa, grosso stipendio. Salvi anche gli articoli che prevedono l’assunzione alla Regione di nuovi giornalisti. Adesso il testo passa all’esame della Commissione bilancio, prima dell’approdo definitivo in Aula, previsto per la prossima settimana.