CATANIA – Il racconto è commovente. Forse per la consapevolezza che nasce da una storia vera, da una paura vera, da una sofferenza immensa. Ma è anche catartico: nel testo c’è il riscatto, la rinnovata consapevolezza che “non è normale” e che no, non tornerà come prima. L’istituto Vaccarini di Catania ha ricevuto l’ennesimo riconoscimento per un lavoro, ancora uno, sulla parità di genere, sull’educazione emotiva, contro la violenza sulle donne. Argomenti su cui l’Istituto superiore batte da anni, grazie anche alla spinta che la professoressa Pina Arena riesce a dare ai suoi studenti e studentesse.
È lei a dare la notizia ai suoi alunni. Ovviamente su Facebook, in tempi di DAD. “Con gioia e orgoglio – scrive – Primo Premio al Concorso nazionale “Sulle vie di parità 2020” in collaborazione con il Premio “Italo Calvino”(sezione narrativa) al racconto “Corri, Giulia”, nato dallo sportello di ascolto ”Pari Amore”*, da una storia vera, riscritta e ripensata nel laboratorio di scrittura creativa per la cittadinanza pari”.
Un riconoscimento importante non solo al testo del racconto, breve, immediato, che sfonda lo stomaco come un pugno. Ma anche a quanto fatto negli anni con lo sportello di ascolto “Pari amore”, il centro di ascolto attivo dal 2017 nella biblioteca dell’Istituto per per accogliere e ascoltare ragazze e ragazzi, ma anche docenti e genitori, della scuola e del territorio, che chiedono pareri, informazioni, suggerimenti, dopo esser venuti a conoscenza o aver osservato situazioni problematiche vissute da persone vicine e care, o dopo aver vissuto essi stessi sofferenza o violenza nelle relazioni di coppia”.
Ecco la motivazione della giuria. «Con una scrittura originale ed efficace, il racconto ha il pregio di presentare il tema della violenza domestica unitamente a quello della solidarietà tra una madre e una figlia, che insieme riescono a lasciarsi alle spalle una realtà non più vivibile».
Il racconto è forte e potente. È il frutto di un lavoro collettivo, rimpastato e selezionato: un’opera, tanti scrittori. “Brave le autrici Anastasia Laviola, Martina Di Stefano, Vittoria Nicosia, Mariapia Privitera, studenti del laboratorio di “scrittura di cittadinanza pari” le quali hanno collaborato alla scrittura del racconto, in un progetto comune nel quale ognuna spende se stessa per un mondo nuovo, diverso, immaginato ma reale” – conclude la professoressa Arena.