CATANIA – Era uno degli uomini di fiducia di Salvuccio Lo Scheletro, il boss Lorenzo Saitta. Poi Giuseppe Boncaldo si sarebbe sentito trascurato durante gli anni in carcere e avrebbe deciso di cambiare gruppo criminale. Alla fine Pippo “Bicicletta” avrebbe lavorato per il gruppo dei Nizza, con un ruolo non certo marginale. Anzi. I pentiti parlano di una caratura criminale di spessore. E non certo solo per la sua imponente corporatura. Carmelo Di Stefano è chiaro: “Era pronto alle azioni di forza. Se c’era da prendere un’arma era il primo”. Salvatore Viola addirittura parla di lui come di un “killer”. Si accenna anche a un omicidio tra i verbali finiti al centro del processo Carthago 2. Bolcaldo rischia una condanna a 14 anni.
L’ex esattore del pizzo Salvatore Bonanno racconta del cambio di casacca di “Bicicletta”, mentre il killer Carmelo Aldo Navarria spiega ai magistrati di averlo conosciuto in carcere. La pm Lina Trovato cita nella sua requisitoria le parole dei pentiti sul conto di Giuseppe Boncaldo.
Angelo Bombace, uno degli ultimi soldati dei Nizza ad aver saltato il fosso, avrebbe addirittura visto l’ammontare del suo stipendio: “Circa 700-800 euro al mese”. Salvatore Cristaudo è sicuro quando afferma che durante una riunione dove si parlava che i guadagni dovevano essere usati per pagare gli uomini di “San Cristoforo”, nell’elenco c’era anche Pippo “Bicicletta”.
Non è uno spacciatore. Boncaldo è uno che gestiva la piazza. Golfredo Di Maggio, ex pusher di San Cristoforo, in un verbale del 2012 mette il dito sulla mappa della città. Bicicletta avrebbe gestito la piazza di via Vilascabrosa. E in assenza di Rosario Lombardo, vertice dei Santapaola, avrebbe avuto lui nelle mani la gestione dello spaccio. Sarebbe stato proprio Lombardo, ha riferito l’ex uomo d’onore Fabrizio Nizza, a farlo entrare nel loro gruppo. “Bicicletta” all’inizio non sarebbe stato tranquillo. Aveva paura che Saitta potesse punirlo per il passaggio al gruppo dei Nizza.