De Gregori fa il pienone |e strega il Metropolitan - Live Sicilia

De Gregori fa il pienone |e strega il Metropolitan

Una platea anagraficamente eterogenea quello che ha letteralmente preso d’assalto il teatro per assistere a una delle due tappe siciliane del “Viva Voce Tour”.

il concerto
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CATANIA – Francesco De Gregori strega il Metropolitan. Il principe della canzone d’autore italiana, per dirla con una sua strofa, non sbaglia il suo calcio di rigore più importante. Riproporre il suo repertorio con arrangiamenti nuovi di zecca non era una sfida semplice, ma il pubblico catanese canta e si scatena per oltre due ore di concerto. Una platea anagraficamente eterogenea quella che ha letteralmente preso d’assalto il teatro Metropolitan per assistere a una delle due tappe siciliane del “Viva Voce Tour”. Il suo ventunesimo album “non sottrae nulla al passato”.

“Io non vado a casa di quelli che conservano Rimmel o La donna cannone sotto al cuscino e glieli sostituisco di nascosto: Viva Voce è solo musica in più”. “E soprattutto è quello che mi dovevo come artista, visto che ho passato una lunga parte della mia vita a veder cambiare queste canzoni sotto le mie mani e sotto quelle dei musicisti che mi accompagnavano. E questo cambiamento volevo testimoniarlo”, si legge nella presentazione a firma dell’artista. Le promesse della vigilia sono state ampiamente mantenute.

Grandi classici come “Rimmel”, “Atlantide”, “Caterina”, “Buona notte fiorellino”, “Viva L’Italia” risplendono di luce nuova. E’ un trionfo di suoni e colori. I nuovi arrangiamenti permettono al principe di giocare con il suo pubblico che conosce tutte le parole delle canzoni ma sbaglia i tempi. De Gregori canta, balla e dirige la sua band con un’energia unica. Le canzoni sembrano suggerire un ascolto collettivo, i nuovi arrangiamenti rendono immortali i testi sublimi e li consegnano al futuro. L’emozione è dietro l’angolo. L’esecuzione di “Santa Lucia” si chiude con una sequenza di note che richiama “Come è profondo il mare” di Lucio Dalla: un omaggio senza parole affidato esclusivamente alla musica che si è concluso con una spontanea ovazione da parte del pubblico.

“Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia”, canta il principe. Anzi il fuoriclasse della canzone italiana che non ha paura di cambiare e mettersi in gioco. Il poeta ermetico che regala i suoi versi a un pubblico vasto, il giocatore solitario che diventa leader di una grande squadra. Una trasformazione palpabile che si coglie quando il principe presenta con orgoglio la sua band: Guido Guglielminetti (basso e contrabbasso), Paolo Giovenchi (chitarre), Lucio Bardi (chitarre), Alessandro Valle (pedal steel guitar e mandolino), Alessandro Arianti (hammond e piano), Stefano Parenti (batteria), Elena Cirillo (violino e cori), Giorgio Tebaldi (trombone), Giancarlo Romani (tromba) e Stefano Ribeca (sax).“La più bella al mondo”, dice De Gregori. Per chiudere con un “Ce la siamo spassata”. Una frase pronunciata con un tono divertito che ridisegna il volto di un artista che sa reinventare non soltanto la sua arte ma anche se stesso.

 

 


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